La guida di Termini Imerese
E’ una città ricca di storia, d’arte e di cultura, le cui origini risalgono all’epoca preistorica, oltre che una località balneare e termale. La manifestazione più attesa è il Carnevale.
Termini Imerese è un comune in provincia di Palermo e sorge tra la costa tirrenica e il Golfo di Palermo, su un colle fra capo Zafferano e Cefalù. E’ una città ricca di storia, d’arte e di cultura, oltre che una località balneare e termale. Nel dopoguerra si è ampliato il suo ruolo nell’economia dell’isola, grazie soprattutto all’installazione di un complesso industriale, con la Chimica del Mediterraneo, la Sicilfiat e la Centrale Termica TIFEO. Le sue origini risalgono all’epoca preistorica e le numerose grotte che si trovano nei dintorni della città hanno restituito tracce dal Paleolitico superiore all’età del Rame e del Bronzo.
Dopo la distruzione di Himera, avvenuta nel 409 a.C. per opera dei Cartaginesi, i superstiti si rifugiarono nella vicina Thermae, dando impulso al suo sviluppo. Thermae rimase sotto l’influenza cartaginese fino alla terza guerra punica quando, nel 257 a.C., fu conquistata dai romani, con i quali raggiunse un notevole sviluppo urbanistico, anche a giudicare dai cospicui resti rinvenuti dentro e fuori la città: di grande interesse è l’acquedotto Cornelio, costruito in età sillana, del quale restano ampi tratti di alcune arcate, anche a due piani sovrapposti, nonché di un viadotto a duplice ordine d’archi per l’attraversamento del torrente Barratina. Il centro civico della romana Therrnae era situato sull’estremità settentrionale della collina, dove oggi è la città alta e dove sono i resti più importanti. Del periodo romano va ricordato, infine, l’impianto delle terme, che sfruttava le acque delle sorgenti termali, radioattive clorurate-sodiche (42/43° C), indicate per la cura d’affezioni uricemiche, reumatiche, artritiche e sciatiche. La cinta muraria medievale, delimitava l’ambito dell’antico nucleo, caratterizzato dalla presenza del castello e dall’andamento tortuoso delle rampe gradonate. Carlo V vi soggiornò nel 1535; la fortificò con una cinta muraglia bastionata e la fornì di un caricatore di grano. Fino alla metà del XIX sec., la città si sviluppa all’interno del perimetro segnato dalle mura cinquecentesche. L’insediamento degli ordini religiosi ha condizionato e disegnato l’immagine di questa parte di città e costituisce un punto di partenza per la sua comprensione. La visita alla città inizia dalla cinquecentesca porta Palermo, sulla via Garibaldi: a sinistra è l’ingresso alla Villa Palmeri, giardino pubblico impiantato nel 1845, al cui interno si trovano tracce della “curia” romana ed il campanile della cinquecentesca chiesa di S. Giovanni.
Attraversata la Villa, si esce nella piazza Santa Caterina dove sorge l’omonima chiesa intitolata a Santa Caterina d’Alessandria edificata nel Quattrocento. Interessante, nella facciata, il portale ogivale quattrocentesco. All’interno, affreschi attribuiti ai fratelli Giacomo e Nicolò Graffeo, che raffigurano episodi della vita della santa, con didascalie in siciliano antico. Ad est della Villa, lungo la via Anfiteatro, sono visibili alcune vestigia dell’anfiteatro romano che aveva forma ellittica ed un’altezza di oltre venti metri, con 14 ordini di posti per 4000 spettatori. Ritornati nella via Garibaldi, sulla sinistra, s’incontra l’edificio che ospita il Monastero delle Clarisse e la Biblioteca “Liciniana”. Quest’ultima, fondata nel 1800, custodisce pregiate pergamene, incunaboli ed edizioni rare e preziose. Immediatamente dopo, la chiesa di San Marco Evangelista, al cui interno vi sono stucchi della fine del XVIII secolo e una statua della Madonna col Bambino del 1510. Si prosegue per la via Garibaldi, antico asse residenziale, su cui prospettano interessanti edifici dei secc. XV, XVIII e XIX, e quindi si perviene nella piazza Duomo, centro civile e religioso. Il Duomo, intitolato a S. Nicola di Bari, edificato nel XVII sec., custodisce pregevoli opere d’arte, fra cui una croce lignea del 1484, dipinta sui due lati da Pietro Ruzzolone, l’altare del Seicento dedicato all’Immacolata, rivestito di pregevoli marmi policromi, un crocifisso di Giacomo Di Leo del 1520. Uscendo, a sinistra vi è la Sede Storica del Municipio, costruita nel 1610 e modificata agli inizi del Novecento; la sala principale (Cammara Picta) è affrescata da Vincenzo La Barbera con episodi dell’antica storia locale. Dalla piazza si diparte un viale, lungo il fianco sinistro del Duomo, che conduce al Belvedere principe di Piemonte dove si gode una magnifica vista della città e del porto, della costa fino a Cefalù, del maestoso monte San Calogero, di Capo Zafferano fino a Palermo. Sulla vicina rupe sorge la rocca del Castello. Alle spalle del Duomo si svolge, verso il mare, la Serpentina Paolo Balsamo, lungo la quale può ammirarsi la pregevole cupola maiolicata della chiesa Maria SS. Annunziata. Al termine della Serpentina è il complesso del Grande Albergo delle Terme, iniziato nel 1860 su progetto di Giuseppe Damiani Almejda. Proseguendo per via Porta Erculea, che assieme ai tratti successivi di via Errante e via Diaz costituiva l’asse di collegamento tra il porto mercantile e l’entroterra, s’incontra, sulla sinistra, via Bagni, la caratteristica “via Verdura” e, all’incrocio con via Vittorio Emanuele, piazza Liborio Arrigo. Qui è la chiesa barocca di Santa Maria della Consolazione. Continuando per le rampe di via Errante si giunge a piazza San Carlo. Girando a destra per la via San Lorenzo, a gradoni, si perviene alla piazza San Francesco d’Assisi, con la chiesa di Santa Maria di Gesù (o della “Gancia”), costruita nel 1472, insieme all’ex convento dei Minori Osservanti. Per la via Niccolò Palmeri e la piazza Umberto I si giunge alla via Mazzini, che costituisce l’asse principale della città alta. Su questa strada, a destra è la chiesa barocca di Santa Maria della Misericordia, ad una navata, dalla ricca decorazione a stucchi; quasi di fronte è la chiesa della Santa Croce al Monte, costruita nel XVII sec., con facciata tardo barocca, detta anche il “Pantheon” termitano. Si torna, quindi, in piazza Duomo e, volgendo a destra per via Marco Tullio Cicerone, si giunge al Museo Civico “Baldassare Romano”. Fondato nel 1873, occupa i locali dell’ex-ospedale della SS. Trinità (Fatebenefratelli) ed un palazzetto tardo medievale, con portale archiacuto e tre bifore al primo piano e la già citata chiesa di Santa Maria della Misericordia. Il Museo Civico ospita, fra l’altro, una collezione numismatica comprendente monete d’argento e di bronzo di varie città della Magna Grecia ed una collezione di monete romane. Inoltre, importanti reperti del periodo romano ed arabo nonché dipinti, arazzi ed altri preziosi oggetti. Uscendo dal Museo, una breve rampa in discesa raccorda con la via Roma, strada gradonata realizzata nel XVIII sec., che unisce la città alta alla città bassa. A metà circa è l’ex Collegio della Compagnia di Gesù, costruito nel 1629, ospitò i gesuiti fino al 1767.
Uscendo da Termini Imerese, sul versante occidentale della città si trova il ponte sul fiume San Leonardo (XVII sec.) e, sul versante orientale, a 16 km sulla statale per Messina, si trovano le rovine di Himera con il grandioso Tempio della Vittoria e l’Antiquarium. Infine, da non perdere la visita alla riserva naturale del monte San Calogero (1326 m.). Nel 1256, sotto il regno di Manfredi, fu costruito il convento dei Padri Francescani detto anche “della Scarpa”; di quest’antico edificio, trasformato nei secoli, resta una muraglia, che porta incastonato un bel portale ogivale e due finestre gotiche: è la facciata della chiesa di San Francesco, facente parte del convento, oggi sede dell’Associazione Turistica “Pro Termini Imerese”, presente in città dal 1921. Il porto è protetto da una diga foranea e da una diga di sottoflutto, entrambe parzialmente banchinate internamente. Dalla riva si diparte verso levante un ampio molo trapezoidale, completamente banchinato, che forma con le dighe sopraccitate due darsene. Esternamente al porto è stato realizzato un punto di ormeggio per unità da diporto. Tra le manifestazioni spicca il Carnevale più antico di Sicilia che si svolge sin dal 1876. Quest’anno la tradizionale consegna delle chiavi della città al Nannu ca’ Nanna, da parte del sindaco di Termini, non è avvenuta all’interno della sede comunale ma è divenuta pubblica, in modo da potere coinvolgere tutta la cittadinanza. Tre sfilate dei carri, due nel circuito di Termini bassa, il sabato e la domenica, e quella conclusiva, il martedì grasso, a Termini alta, con a contorno spettacoli di musica e intrattenimento.