“Diari di uno scairanner” di Dario Pedrotti
Nel libro l’autore ripercorre alcuni trail e gli allenamenti facendo partecipe il lettore, in modo singolare e molto divertente. Per lui, trentino doc, “Scairanner” si scrive con la C. Ingegnere con la passione della corsa in montagna e quella per la “penna” virtuale.
Un ritratto autentico, intriso di aneddoti, curiosità e racconti basati sulla propria esperienza personale. In “Diari di uno scairanner” (edito da Edizioni31 e in vendita al costo di 12 euro) Dario Pedrotti ripercorre alcuni trail e gli allenamenti facendo partecipe il lettore, in modo singolare e molto divertente. Per lui, trentino doc, “Scairanner” si scrive con la C. Ingegnere con la passione della corsa in montagna, sostiene che “allenarsi fin da bambini permetta di recuperare una forma fisica decente in relativamente poco tempo anche dopo qualche anno di inattività, come è successo a me”.
Uno skyrunner è un atleta capace di coprire un percorso di venti chilometri con 1700 metri di dislivello in meno di tre ore. Uno Scairanner, secondo l’autore di questi “Diari”, è uno che ci riesce, ma giusto per un pelo, e facendo un sacco di fatica. Come si arriva ad essere uno Scairanner, che cosa si prova nel diventarlo, quali mirabolanti avventure si vivono essendolo sono solo il filo conduttore di una raccolta di riflessioni che ruotano intorno alla passione per la corsa e alle soddisfazioni che essa regala, la principale delle quali sembra essere – contrariamente ad ogni smania agonistica – la gioia di essere “un puntino colorato fra il grigio della roccia e l’azzurro del cielo”.
Fra le righe, “Diari di uno Scairanner” racconta soprattutto l’amore per la montagna e il romantico, ostinato, costante e appassionato corteggiamento di uno spasimante disperato, consapevole di non poter mai conquistare l’amata sconfiggendo in duello quei “top-skyrunner” capaci di completare una gara in meno di due ore, ma felice e soddisfatto della preziosa, privata intimità trovata, e lo fa con il tono spiritoso e lo stile scorrevole di chi è – sì – agile con le gambe, ma ancor di più lo è con la penna.
Se è vero che l’intento dell’autore è quello di condividere il proprio entusiasmo per la corsa in montagna e spingere quanti più corridori possibili a provarla, questo libro parla anche a coloro che praticano il nobile sport del sollevamento della forchetta o del tuffo sul divano, svelando finalmente loro che cosa ci sia mai di così bello nel fare tanta fatica, regalando più di un sorriso anche a chi resterà convinto che sia proprio una passione incondivisibile.
Atleta tra i più scarsi di quelli forti (o tra i più forti di quelli scarsi, quando è particolarmente di buon umore), Dario Pedrotti si definisce anche ingegnere pentito e appassionato consumatore critico. Pur avendo un’infinità di chilometri nelle gambe, sono probabilmente molti di più quelli che ha percorso con la penna, specialmente quella virtuale delle pagine del suo seguito blog dedicato all’altra sua passione sportiva, l’orienteering (dopolavori.blogspot.it).