Maria Ruggeri: “L’oro ai Mondiali è la ciliegina sulla torta”
Nei Campionati Master di Lione la portacolori dell’Atletica Villafranca ha prima messo al collo l’argento nei 100 metri W45 e quindi concesso il bis nella 4×100, per poi conquistare la medaglia più preziosa, centrata al termine di una stratosferica 4×400. L’ennesimo sigillo.
Ci ha ormai abituato a memorabili imprese, anche perché la voglia di puntare in alto è sempre rimasta intatta. La storia sportiva di Maria Ruggeri si è arricchita a Lione di un altro splendido capitolo. Classe, spirito di sacrificio, grinta ed allo stesso tempo grande semplicità alla base del successo della portacolori dell’Atletica Villafranca. Nei Campionati Mondiali Master di atletica leggera la Ruggeri ha prima messo al collo l’argento nei 100 metri W45, con il crono di 12”89, e quindi concesso il bis nella 4×100. La conclusione della kermesse francese è stata poi la più dolce possibile, con l’oro centrato al termine di una stratosferica 4×400. “Dopo i successi agli Europei – racconta l’atleta classe ’69 – aver raggiunto questo traguardo ai Mondiali rappresenta per me davvero la ciliegina sulla torta. Ho vissuto un’altra bellissima esperienza”.
“Dopo aver conquistato due argenti mi aspettavo di poter ottenere l’oro sia nei 100 che nei 200 metri – prosegue Maria – dove figuravo tra le favorite. Purtroppo non è andata così e ci ero rimasta male, ma dopo aver provato l’amaro in bocca è arrivato il primo posto nella 4×400 W40. Una gara emozionante. Sono state delle belle frazioni, con il pubblico ad incitarci e lo speaker che scandiva i nostri nomi”. Insieme a lei, a confezionare l’impresa, la cesenate Cristina Sanulli (Self Atl. Montanari & Gruzza), la varesina Emanuela Baggiolini (Cus Cagliari) e la piemontese Maria Costanza Moroni (Gs Ermenegildo Zegna). Hanno corso in 3’57”23, a poco più di un secondo dal primato mondiale di categoria.
Quale il segreto per mantenersi a certi livelli? “Tanti sacrifici e tanta passione, perché in questo modo non si avverte la stanchezza. Purtroppo i ragazzi di oggi non la pensano così e per loro l’atletica è invece fatica. Io so che serve la giusta pazienza e bisogna necessariamente fare delle rinunce. Inoltre ho sempre potuto contare sull’apporto del mio allenatore, il prof. Ripa, il quale mi ha portato ad essere la numero uno a livello Master. Bisogna allenarsi con costanza ed in qualsiasi condizione climatica. Non è soltanto un passatempo, c’è l’agonismo a rendere tutto molto difficile ed impegnativo”.
Il ritorno a casa è stato all’insegna delle grandi celebrazioni. “Non pensavo di ricevere una simile accoglienza. Avevo vinto tanto agli Europei ma evidentemente i Mondiali hanno uno spessore diverso. Quando sono arrivata a casa, a Rometta, ho trovato la via addobbata a festa con un tricolore. Le signore del vicinato mi hanno trattato da regina, organizzandomi una festa a sorpresa. Mi adorano, ma non so se merito davvero tutto questo… Grandi testimonianze d’affetto le ho ricevute anche a Villafranca Tirrena, con in testa il sindaco Matteo De Marco”.
L’Atletica Villafranca ha infatti in Maria Ruggeri un cardine ormai importantissimo. Tante le giovani leve che crescono con i suoi insegnamenti. “Siamo ormai la seconda società di Messina e provincia ed un vero e proprio punto di riferimento a livello regionale grazie al lavoro compiuto dal prof. Ripa che ha portato ben sette atleti in Nazionale. Insomma, stiamo vivendo un bellissimo momento. Come Atletica Villafranca saremo impegnati a Orvieto il 27 settembre con le finali nazionali di Serie B, potendo contare su tanti talenti emergenti. Penso a Stefano Ferrarotto, a Pierpaolo Garfì ed a Nicholas Artuso. Poi c’è Salvatore Mondello, un velocista, ed altri che si sono confermati a livello regionale come Carmelo Impalà nel giavellotto e Davide Currò nei 3.000 siepi. Un plauso va inoltre a Giuseppe Locandro, tecnico dei lanci”.
La Ruggeri è stata appena nominata vicepresidente dalla Fidal Messina alle recenti elezioni provinciali. Il suo primo pensiero, date le varie problematiche da affrontare in ambito locale, è ben preciso: “Mancano le strutture, perché abbiamo davvero tanti talenti che hanno le qualità per emergere a livello nazionale”.