I 100 metri: espressione di forza e velocità
I 100 metri sono da molti considerati la gara regina dell’atletica leggera. In effetti, quello che ha sempre affascinato l’uomo in qualsiasi disciplina sportiva è stata proprio la velocità di cui questa gara rappresenta la massima espressione essendo la più corta delle gare outdoor.
I 100 metri sono da molti considerati la gara regina dell’atletica leggera. In effetti, quello che ha sempre affascinato l’uomo in qualsiasi disciplina sportiva è stata proprio la velocità di cui questa gara rappresenta la massima espressione, essendo la più corta delle gare outdoor. La prima storica finale olimpica dei 100 metri si svolse ad Atene il 10 aprile 1896 e vide trionfare lo statunitense Thomas Burke con il tempo di 12”. C’è da dire che all’epoca il record del mondo era di 10”8, tempo fissato da quattro atleti diversi tra il 1891 ed il 1895, ma il tempo così alto del vincitore fu dovuto ad una pioggia torrenziale che si era abbattuta su Atene il giorno prima delle gare rendendo particolarmente pesante il fondo della pista. L’evento rivestì tuttavia una grande importanza perché, fino a quel momento, la gara di velocità per eccellenza erano state le 100 yard, ma l’evento olimpico sancì definitivamente l’inizio di una nuova epoca. In realtà il primo record del mondo ufficialmente registrato dalla IAAF è del 1912 quando, alle Olimpiadi di Stoccolma, Donald Lippincott fermò i cronometri su un per allora strepitoso 10”6. Infatti, se si pensa al fatto che a quei tempi si correva su piste in terra, senza blocchi di partenza ma con delle buche scavate dagli stessi atleti per bloccare i piedi e dei bastoncini in legno per gli appoggi delle mani, questo tempo ha dell’incredibile.
Gli anni ’30 sanciscono l’inizio del dominio degli atleti di colore. Prima Tolan, detto “l’espresso di mezzanotte”, che abbatte il vecchio record con 10”3 e, finalmente, a Berlino 1936, il mitico Jesse Owens che in una singola edizione delle Olimpiadi porta a casa ben quattro medaglie d’oro e abbassa a 10”2 la precedente miglior prestazione mondiale. Il dominio “nero” nella velocità sarà fermato solo ad Helsinki 1952 da Remigino ma saranno tre atleti di colore a portare il record del mondo a 10”1 (Williams, Murchison e King). Da questo momento comincerà la corsa per raggiungere i 10” netti e sarà un “bianco” a farlo per primo: il tedesco Armin Hary che nel 1960 vincerà anche le Olimpiadi di Roma. Bisognerà aspettare il 1968 per veder un uomo scendere sotto i 10” nei 100 metri. Anzi a Sacramento, nella stessa gara, furono tre gli atleti a fermare i cronometri sui 9”9: Jim Hines, che poi sarà il primo recordman dell’era del cronometraggio elettronico con 9”95, Ronnie Ray Smith e Charles Green. Da allora i 100 metri hanno visto alternarsi il dominio di diversi sprinter, quasi tutti di colore. Il più rappresentativo di tutti è stato sicuramente il “figlio del vento” Carl Lewis, capace di emulare Owens vincendo quattro ori alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 e che tuttavia dovrà aspettare i Campionati del Mondo di Tokyo del 1991 per diventare anche il recordman della specialità. Nella finale più veloce di tutti i tempi, infatti, l’atleta statunitense stupì il mondo con uno stratosferico 9”86 che gli permise anche di cancellare definitivamente l’era del “dopato” Ben Johnson. Altri sprinter illustri, solo per citarne alcuni, furono Greene, Christie, Surin, Bailey, Burrel, Gatlin e Powell fino ad arrivare allo stratosferico Usain Bolt, giamaicano che ha stupito il mondo con il suo 9”58. Quale sia il limite di questo atleta e dell’uomo in generale è la domanda che molti si pongono. Alcuni studi hanno fissato in 9”29 la massima prestazione per l’uomo e in 10”11 quella della donna. Si vedrà.
Fra le donne, la figura controversa della Griffith-Joyner, purtroppo deceduta alcuni anni fa, ma tuttora padrona del record femminile con 10”49, è quella più nota insieme alla altrettanto “discussa” Marion Jones. Fra gli italiani, invece, come non ricordare il mito di Pietro Mennea, l’atleta di Barletta che, oltre a stabilire un longevo primato mondiale sui 200 metri, corsi in 19”72 a Città del Messico, fu anche uno straordinario centometrista da 10”01, tempo stabilito sempre a Città del Messico, nel 1979 e tuttora record italiano.
I 100 metri sono una gara affascinante, espressione di forza e velocità, qualità che l’uomo ha sempre ricercato ed allenato e rappresentano per questo la distanza probabilmente più amata della regina degli sport: l’atletica leggera.