I fattori che limitano la capacità di forza: un po’ di fisiologia
Al fine di poter allenare correttamente ed in modo efficace la forza, è necessario conoscerne i fattori limitanti. E’ importante, cioè, comprendere dove andare ad agire per ottenere risultati ottimali. Si parlerà dunque di fattori strutturali, nervosi ed elastici.
Al fine di poter allenare correttamente ed in modo efficace la forza, è necessario conoscerne i fattori limitanti. E’ importante, cioè, comprendere dove andare ad agire per ottenere risultati ottimali. Si parlerà dunque di fattori strutturali, nervosi ed elastici. I primi, a loro volta, possono essere suddivisi in tre categorie: la prima comprende quelli legati all’ipertrofia muscolare, la seconda quelli connessi alla tipologia delle fibre,mentre la terza riguarda i parametri correlati alla struttura sarcomerale del muscolo.
Relativamente all’ipertrofia, bisogna sottolineare che essa si verifica quando diventa maggiore la sezione traversa del muscolo. Ciò è dovuto ad un aumento del diametro delle miofibrille, del numero di queste, della vascolarizzazione e del tessuto connettivo. Maggiore sarà la sezione trasversa del muscolo e maggiore sarà la forza da esso estrinsecabile. Alcuni autori hanno concluso che il fenomeno “ipertrofico” è da collegarsi ad una forte deplezione delle scorte energetiche muscolari per ottenere la quale è necessario un tempo di contrazione abbastanza lungo (tra i 20 ed i 25 secondi), con recupero non completo (1’-1’ 30”) e con un carico pari al 70% rispetto al massimale e che consenta, dunque, l’esecuzione di 10 ripetizioni di un esercizio a velocità controllata. Per quanto riguarda, invece, la tipologia delle fibre di un muscolo, le caratteristiche di queste condizionano fortemente la prestazione. Atleti dotati di un’alta percentuale di fibre veloci, molto potenti ma scarsamente resistenti, saranno più portati per specialità di potenza, mentre coloro i quali si trovano ad avere una maggior quantità di fibre lente, molto resistenti ma poco potenti, eccelleranno in sport di endurance. Il cambiamento della tipologia delle fibre, soprattutto per ciò che riguarda la possibile trasformazione di fibre di tipo lento in veloce, si rivela però molto improbabile anche se alcuni recenti studi in questo campo sembrerebbero provare il contrario (Andersen e Agard, 2000). Relativamente ai sarcomeri, infine, è stato provato che un lavoro muscolare effettuato nel rispetto della massima escursione articolare, farebbe aumentare il numero di sarcomeri in serie di un muscolo. Ciò costituisce un fattore importante per la velocità di contrazione di un muscolo e per la sua capacità di accorciamento.
Il fattore nervoso è poi determinante per lo sviluppo di alti livelli di forza. Un allenamento che miri al miglioramento della performance, infatti, avrà come obiettivo l’aumento della capacità di reclutamento delle fibre. Più ne vengono, infatti, reclutate, maggiore sarà la forza espressa. La legge di Hennemann et al. (1965) afferma che, qualsiasi sia il tipo e la velocità del movimento, vengono reclutate per prime le fibre a contrazione lenta.
Ma a fornire un aiuto all’espressione di forza di un muscolo è anche l’energia elastica che si immagazzina, soprattutto nei tendini, durante la fase eccentrica del movimento e che viene restituita, sotto forma di lavoro meccanico, nella successiva fase concentrica. Questo tipo di energia non richiede alcun substrato ed è importante per il potenziamento e l’economia del gesto del muscolo. Le capacità di immagazzinamento e restituzione di energia elastica possono essere allenate sia con il lavoro pliometrico sia con carichi pari al 30-35% del massimale dell’atleta spostati alla più alta velocità esecutiva.
Buona corsa!