Rapidità e velocità fondamentali in ogni sport
Fra le capacità condizionali rientrano anche la rapidità e la velocità. Spesso si fa uso erroneamente di questi due termini come se fossero sinonimi ma, in realtà, non è esattamente così poiché ad essi corrispondono concetti sostanzialmente diversi. La velocità di un ogni atleta dipende da due fattori.
Fra le capacità condizionali rientrano anche la rapidità e la velocità. Spesso si fa uso di questi due termini come se fossero sinonimi ma, in realtà, non è esattamente così poiché ad essi corrispondono concetti sostanzialmente diversi. Per rapidità, infatti, si intende la capacità di effettuare un gesto singolo e semplice nel più breve tempo possibile, grazie ad una veloce trasmissione degli impulsi nervosi che consenta il coinvolgimento di un alto numero di unità motorie e quindi fibre muscolari. Generalmente i gesti rapidi sono caratterizzati dall’assenza di resistenze esterne, come accade, ad esempio, nel pugno di un pugile o nell’azione di uno schermidore. La velocità, invece, è una capacità complessa che deriva dall’interazione di più fattori, tra i quali la rapidità stessa, la forza, la coordinazione e persino la resistenza. Tutto questo per garantire uno spostamento più veloce possibile nello spazio del proprio corpo tanto è vero che in fisica essa è data dal rapporto tra spazio e tempo (v=s/t). I due concetti sono, comunque, profondamente legati tra loro. Generalmente, quando si pensa alla velocità, la prima immagine che viene in mente è quella del centometrista ma in realtà il termine può essere usato anche per un maratoneta che anch’egli mantiene una certa velocità di corsa che è inferiore a quella di uno sprinter proprio per la lunghezza differente delle due gare.
La velocità di un ogni atleta dipende sia dalla frequenza dei movimenti di propulsione che dall’ampiezza di ciascuno di essi. Infatti se, pur essendo i gesti di un atleta frequenti, essi non si sviluppano anche nel senso dell’ampiezza la velocità sarà compromessa. Per chiarire meglio questo concetto basta pensare, ad esempio alla corsa di un bambino. Questa è sovente caratterizzata da appoggi molto frequenti ma da un’ampiezza ridotta; il risultato finale è uno spostamento nello spazio poco veloce. Solo quando, grazie all’aumento dei livelli di forza, anche l’ampiezza aumenterà si avranno risultati ottimali.
Una delle domande più frequenti che gli appassionati sportivi fanno, è quella relativa al fatto che la velocità sia in stretta relazione con la dotazione genetica di un atleta o possa essere migliorata sensibilmente con l’allenamento. Probabilmente, anche se molto è stato e verrà detto sull’argomento, se è vero che chiunque, con un allenamento mirato, può migliorare questa specifica capacità, è anche vero che gli sprinter di alto livello hanno un patrimonio genetico in fibre veloci che garantisce loro la possibilità di esprimersi su tempi di assoluto rilievo, non riproducibili da altri soggetti meno dotati sotto questo aspetto.
Buona corsa!