Scalata di Dinnamare: altimetria e considerazioni tecniche
La Scalata di Dinnamare rientra di diritto nella categoria delle corse in salita e come tale presenta tutte le difficoltà che questa tipologia di gare porta ad affrontare.
La Scalata di Dinnamare rientra di diritto nella categoria delle corse in salita e come tale presenta tutte le difficoltà che questa tipologia di gare porta ad affrontare. La distanza, di circa 19,5 km, la avvicina ad una mezza maratona, ma va detto che le pendenze la rendono diversa da una 21 km in quanto, soprattutto i più “lenti”, saranno costretti a rimanere sulle gambe per più di due ore con un dispendio energetico maggiore.
Vediamo di chiarire alcuni punti e partiamo dal capitolo riscaldamento. Molti runner si chiedono quale sia il modo migliore per prepararsi ad una prestazione di questo genere. Ogni atleta ha ovviamente una sua maniera di farlo, anche in relazione alle proprie caratteristiche, ma in senso generale si può dire che una corsa di dieci minuti condotta a ritmo blando, qualche esercizio di stretching ed alcuni allunghi non troppo spinti, rappresentano una buona modalità di avvicinamento alla gara. C’è da tenere conto che il ritmo sarà comunque più lento di quello che si tiene abitualmente in gare sul piano, proprio a causa della pendenza e quindi non è opportuno sfiancarsi con tratti di corsa ad alta intensità.
Per quanto riguarda le caratteristiche altimetriche e la gestione della gara, c’è da dire che la scalata può essere divisa in due parti: la prima è quella che va dalla partenza a Don Minico e la seconda è quella che da quest’ultimo porta al traguardo. Le pendenze sono sicuramente meno impegnative all’inizio: una volta lasciato il Campo “Santamaria” ci si immette sulla via Catania e poi sul viale Europa e qui è importante soprattutto concentrarsi sul ritmo da mantenere stando attenti a non strafare trascinati dalla freschezza iniziale. Nei pressi di contrada Bisconte, l’altimetria può creare qualche problema in relazione al fatto che si ha un leggero incremento della pendenza che può inizialmente provocare una sensazione di spiacevole pesantezza alle gambe: niente paura perché è solo un momento di passaggio; se il ritmo è quello giusto, tutto filerà liscio fino a contrada Casazza subito dopo la quale inizia il momento più difficoltoso della prima parte di gara. Il tratto che porta fino all’Istituto Neurolesi presenta infatti due tornanti impegnativi ma una volta superato tende a spianare gradualmente ed a rendere più sciolta la corsa. Fino a Don Minico l’unico problema sarà quello di affrontare le molte curve in basolato, ma questo è il momento di rilassarsi e recuperare le forze in attesa delll’inizio della seconda e più impegnativa parte di gara. Quando si arriva nell’ormai classico punto intermedio, collocato di fronte al noto locale, la svolta a sinistra collocata a circa nove chilometri dall’arrivo, è uno dei momenti fondamentali della gara. La pendenza si fa subito più dura e tale rimarrà per circa quattro chilometri, passando per l’area attrezzata di Musolino fino a Ziriò. Qui è il caso di non irrigidirsi nella corsa, di idratarsi adeguatamente e di procedere al proprio passo senza sprecare energie in incrementi di ritmo che lascerebbero residui non facilmente smaltibili. Passato il momento più difficile (dopo Ziriò appunto), la strada spiana e consente di recuperare secondi ed energie. Se si è andati a ritmo regolare fino a quel momento, non sarà difficile farlo. Sono circa tre chilometri più facili che precedono lo strappo finale che inizia a poco più di due chilometri dall’arrivo. La pendenza maggiore si registra proprio in questo tratto: è del 25% a circa 500 metri dal traguardo.
Una considerazione sugli ultimi metri di gara: sono in discesa e spesso in questo tratto gli atleti spingono andando incontro a spiacevoli infortuni (cadute anche molto pericolose). Non ha senso farlo poiché la gara è praticamente conclusa e sprintare, soprattutto quando si è in posizione tranquilla e non ci si sta giocando un piazzamento di testa, non la migliorerà certo. Dopo l’arrivo è buona norma idratarsi adeguatamente e mangiare della frutta che è sicuramente di maggior gradimento per un atleta reduce da uno sforzo di questo tipo.
In bocca al lupo!