Si può avverare il sogno olimpico di un ragazzo greco
Un sogno a occhi aperti. Perché la maratona è questo, è volare con la fantasia. Poi c’è il cronometro e la fatica, le gambe che non mollano e la mente che spinge sempre forte, fino alll’arivo. E anche oltre. Il traguardo che conta davvero in questo caso ha cinque cerchi, arriva ogni quattro anni ed oggi può diventare realtà. Questa e non solo è la vita di Ioannis Magkriotelis.
Un sogno a occhi aperti. Perché la maratona è questo, è volare con la fantasia. Poi c’è il cronometro e la fatica, le gambe che non mollano e la mente che spinge sempre forte, fino alll’arivo. E anche oltre. Il traguardo che conta davvero in questo caso ha cinque cerchi, arriva ogni quattro anni ed oggi può diventare realtà. Questa e non solo è la vita di Ioannis Magkriotelis, un cognome che sembra un codice fiscale per noi italiani, non per lui, di origini greche che ha studiato in Italia e ha vissuto anche in Giappone. Ora lavora a Pisa, ama la Toscana e sta facendo uno stage d’allenamento in Kenya. E’ così, senza confini, così come la fantasia, come la corsa e il running. Niente di più semplice, nel gesto più naturale dell’uomo, un paio di pantaloncini, una maglietta ed un paio di scarpe. Ioannis da quasi due anni lavora alle porte di Pisa alla “Brooks Running”, azienda di Seattle quasi centenaria, leader negli Stati Uniti e sempre più importante anche qui in Italia. Ioannis non è un professionista, ma è forte, uno dei migliori atleti greci e alle Olimpiadi ci può e ci vuole davvero andare.
Ioannis perché hai scelto la maratona?
“Grazie ad un amico, già facevo atletica fin da ragazzino in pista con i 400 metri o poco più. La prima maratona dopo i vent’anni ad Atene, 3 ore 13’, senza alcun allenamento, senza alimentazione corretta. Ho deciso che mi sarei impegnato a fondo in questa cosa, ed i risultati sono arrivati, ora manca davvero poco, ho trent’anni potrebbe essere l’ultima possibilità”.
Cosa devi fare per le Olimpiadi?
“Allenarmi tanto e bene, se parliamo di tempi significa arrivare al traguardo al massimo in 2h17’10”, questo è il mio obiettivo. Ci proverò alla maratona di Londra in aprile dove ci saranno i più forti al mondo, spero di avere qualche avversario molto vicino che mi incentivi a dare veramente il meglio di me. Nel 2008 ho corso la mia maratona più veloce in 2h23’ a Nagano, ma lì tutto era diverso”.
Hai vissuto anche in Giappone?
“Sono venuto in Italia nel 2003 per studiare comunicazione internazionale a Perugia, poi una borsa di studio per l’atletica, nata per scommessa, mi ha portato per un anno e mezzo in Giappone. Ho studiato la loro lingua e la loro cultura, affascinante. In Italia esiste una grande scuola di maratona, in Giappone invece si facevano tanti, troppi chilometri, al limite della resistenza umana. Mentre qui in Italia si fanno circa 150-200 km alla settimana, in oriente arrivano anche a 300, 400km. E’ nella loro filosofia”.
Come è oggi la situazione economica nello sport in Grecia?
“Difficile, anche se non così estrema come si vede qui nei telegiornali. E’ anche vero che le pensioni sono state tagliate e tante persone hanno stipendi dimezzati. Gli atleti di élite si sono visti tagliare i fondi, le trasferte ridotte al minimo. Vengono sovvenzionati solo i più forti, che sono davvero pochi. A questo punto chiaro che si pensa ai tanti sprechi degli anni scorsi, ma ora non si può più tornare indietro”.
Dove sei ora?
“In Kenya, vicino a Iten, dove si sta allenando anche la nazionale inglese di atletica. Rimarrò qui in altura per quattro settimane, fino all’8 aprile. Se sono qui lo devo alla Brooks che mi sta sostenendo in tutto e per tutto, anche in questa nuova esperienza. Hanno capito quanto ci tengo ad essere al via della maratona olimpica ad agosto”.
Dopo le Olimpiadi cosa succederà?
“Non lo so, quello è il mio pensiero fisso ora come ora. Ho un credo dentro di me che dice: ‘Devi vincere, devi, comunque, provare, non cercare la perfezione. Prova e vedrai’. La mia vita sportiva è dentro queste parole…poi vorrei stabilirmi qui in Toscana, crearmi una famiglia. A Pisa c’è il mare, ci sono le montagne vicine, c’è tanta natura dove posso correre e allenarmi. E’ perfetto qui, se andrò via da Pisa andrò via dall’Italia. Ma io voglio restare qui”.