Le fratture da stress nella corsa
Le fratture da stress sono problematiche che possono verificarsi e si verificano con particolare frequenza in tutti quei soggetti che praticano sport caratterizzati da sollecitazioni ripetitive, correlate con microtraumi, a carico di determinati distretti ossei. La corsa è uno di questi.
Le fratture da stress sono problematiche che possono verificarsi e si verificano con particolare frequenza in tutti quei soggetti che praticano sport caratterizzati da sollecitazioni ripetitive, correlate con microtraumi, a carico di determinati distretti ossei. La corsa è uno di questi.
Il tessuto osseo ha un metabolismo particolarmente attivo avente lo scopo di mantenere costanti i livelli di calcio nel sangue e di rimodellare l’osso stesso in relazione alle sollecitazioni esterne. Tutto ciò è garantito dall’azione di determinate cellule: gli osteoclasti e gli osteoblasti. I primi distruggono il tessuto osseo che viene ricostruito dai secondi, il tutto in uno stato di perfetto equilibrio. Questo fenomeno, chiamato “turn over osseo”, garantisce anche la riparazione di tutte quelle microlesioni, che possono verificarsi in relazione a sollecitazioni esterne, e che non rappresentano un problema particolare almeno fino a quando i carichi di lavoro non diventano eccessivi. Quando ciò accade si rompe l’equilibrio tra l’azione degli osteoclasti e quella degli osteoblasti e si instaura, in un primo momento, un fenomeno definito “fatica ossea” e, successivamente, la frattura da stress vera e propria. Nella prima fase del fenomeno, infatti, in cui si parla generalmente di “reazione da stress”, il sintomo principale è il dolore sotto carico. Questo, di solito, scompare dopo 2-3 settimane di riposo dagli allenamenti e le radiografie di approfondimento spesso sono negative per quanto riguarda la presenza di rime di frattura. Se si insiste negli allenamenti il dolore tenderà a non scomparire anche a riposo ed in questo caso il trattamento sarà uguale a quello di qualsiasi frattura. E’, quindi, fondamentale una diagnosi precoce per la quale, come già detto, possono non bastare le semplici radiografie. Pertanto si fa ricorso spesso a risonanza magnetica, TAC e scintigrafia ossea.
I distretti maggiormente interessati da fratture da stress sono, nella corsa, le ossa del metatarso e spesso scafoide e calcagno ma, ovviamente, variano da sport a sport. Molto frequenti, nella marcia, quelle del bacino.
Non è stata mai trovata una correlazione diretta tra questo fenomeno e, ad esempio, il peso corporeo dell’atleta o le calzature utilizzate nella pratica sportiva. L’unico fattore che risulta davvero determinante, quindi, è quello dei carichi di allenamento che, anche se può sembrare banale sottolinearlo, devono essere adeguatamente dosati. A questo aspetto è necessario diano particolare attenzione soprattutto i podisti amatoriali che spesso tendono a sovrastimare la propria capacità di carico.