Il fartlek: metodo vincente
Nato in Scandinavia come metodica utile per recuperare gli atleti infortunati e come mezzo divertente per allenarsi su percorsi naturali, dando poca importanza al cronometro, il fartlek è oggi un tipo di allenamento molto utilizzato in tutto il mondo perché considerato tra i più utili per migliorare la velocità di soglia.
Nato in Scandinavia come metodica utile per recuperare gli atleti infortunati e come mezzo divertente per allenarsi su percorsi naturali, dando poca importanza al cronometro, il fartlek è oggi un tipo di allenamento molto utilizzato in tutto il mondo perché considerato tra i più utili per migliorare la velocità di soglia.
Ad utilizzarlo per primi, come anticipato, furono gli atleti del Nord Europa che correvano, in allenamento, su percorsi naturali alternando tratti di corsa veloce a tratti di recupero eseguiti ad una velocità inferiore. Il tutto senza dare importanza al cronometro ma facendo riferimento alle semplici sensazioni di ciascun atleta. Furono poi gli americani ed i keniani a sviluppare ulteriormente diverse tipologie di esercitazioni da poter svolgere, sulla base di quanto sperimentato dai loro colleghi della Scandinavia.
Gli statunitensi, che chiamano il fartlek anche speed play (gioco di velocità) danno molta importanza ai ritmi di corsa dei tratti veloci e di quelli di recupero. In senso generale ritengono che i primi debbano essere corsi alla velocità di corsa media mentre gli altri a quella del lungo lento. Esistono poi tre tipologie di fartlek in relazione alla durata della prova: corto, con variazione di ritmo da 10 secondi ad 1 minuto; medio, da 1 a 2 minuti; lungo, da 3 a 6 minuti. E’ sempre preferibile eseguire le prove in un ambiente naturale, con variazioni di pendenza e di terreno, anche se è sempre più diffusa, soprattutto tra i podisti amatoriali, l’abitudine a eseguire il fartlek su pista. Gli atleti africani, invece, soprattutto i keniani, corrono su percorsi molto duri e che presentano variazioni di pendenza anche molto brusche e dure. Tutto ciò risulta sicuramente determinante ai fini del miglioramento delle velocità di gara di questi atleti che, seppur geneticamente molto dotati, sono anche all’avanguardia per quanto riguarda i mezzi ed i metodi di condizionamento organico e muscolare.
Molto importante, infine, è la gestione della qualità delle prove ed anche del recupero. Questo aspetto va particolarmente curato, soprattutto in atleti particolarmente giovani ed inesperti.