Conosciamo meglio… Castroreale
Chi visita la cittadina, che sorge su un promontorio dei Peloritani, è subito catturato dal fascino dei suoi monumenti, dai quali può distogliere lo sguardo per tuffarsi nella contemplazione del paesaggio. Le origini, secondo un’antica leggenda, risalirebbero a parecchi secoli prima della nascita di Cristo.
Castroreale sorge su un promontorio dei Peloritani dal nome Colle Torace, a 394 metri di altitudine tra le vallate dei fiumi di Patrì e Longano, che scorrono lungo i fianchi del costone. Situato a 52 chilometri da Messina, è facilmente raggiungibile tramite l’autostrada A20 Palermo-Messina, uscita casello di Barcellona P.G. Da lì occorre imboccare la strada provinciale 82 per Castroreale.
Le origini di Castroreale, secondo un’antica leggenda, risalirebbero a parecchi secoli prima della nascita di Cristo, quando un re di nome Artenomo, venuto dal Medio Oriente, fondò su una delle colline vicine al sito attuale, una città che, in onore della figlia, chiamò Artemisia. Successivamente Castoreo, sposo di Artemisia, costruì un nuovo insediamento, Krastos, che nel tempo cambiò il suo nome prima in Crastina, poi in Cristina o Crizzina, e durò fino ai primi decenni del sec. XIV. L’insediamento ricoprì un ruolo importante durante le vicende che seguirono la rivolta dei Vespri Siciliani. Per premiare la fedelta’ dimostratagli durante la lotta contro gli Angioini Federico II d’Aragona, con un diploma del 1324, ordinò la costruzione del Castello. Da questa data ha inizio la storia vera e propria della cittadina, che assume prima la denominazione di Castro, poi di Castroreale e vede lentamente crescere la propria importanza assumendo un ruolo decisivo all’interno del sistema di fortificazioni cui erano affidati la difesa della Piana di Milazzo e i collegamenti con i centri fortificati della costa ionica. Rimasta sempre città demaniale e posta a capo di un vasto territorio, ottenne dai vari sovrani una serie di privilegi che le consentirono una discreta floridezza economica, alla quale certamente non fu estranea, fino alla fine del sec. XV, di una numerosa e attiva comunità ebraica, della cui sinagoga (o moschita), ampliata nel 1487, rimane oggi l’arco che si vede alle spalle del Monte di Pietà. Dopo il terremoto del 1693, Castroreale vide il sorgere di numerosi abitati stile tardo barocco. Ma, in seguito al terremoto del 1783, molti preferirono trasferirsi sulla costa ed iniziò la lenta decadenza del centro montano poi aggravata dalla perdita progressiva di territorio in seguito all’acquisizione dell’autonomia da parte dei comuni di Barcellona P.G.(1815), Rodi’ Milici (1947) e Terme Vigliatore(1966). Il Comune di Castroreale comprende le frazioni di Bafia e Protonotaro.
Nel centro storico, a piazza delle Aquile sorge la Chiesa Madre , consacrata a Maria Assunta e costruita nel primo trentennio del ‘600. All’interno, sul pavimento marmoreo seicentesco vi è tracciata una delle sette meridiane esistenti in Sicilia, l’unica funzionante della provincia di Messina eseguita nel 1854 dal Prof. Nicola Perroni Basquez. La facciata principale chiusa a destra dalla torre campanaria cinquecentesca, si trova sulla piazza da cui si diparte corso Umberto I. Dal piazzale laterale alla chiesa, in cui sorge un portale marmoreo del secolo XVII sormontato da tre aquile, si ammira un panorama incantevole sulla vallata del Longano e l’arcipelago delle isole Eolie. Da quì una gradinata conduce in via Trieste. I numerosi portali bugnati del ‘500 e del ‘600 e le grate in ferro battuto sono testimonianza dell’antico splendore della strada, un tempo arteria importante della città, come dimostrano i continui sottopassaggi che immettevano nelle strade parallele, al di fuori della cinta muraria. Risalendo la via Trieste e tornando a piazza delle Aquile, ci si può immettere in una stradina che tra portali e contrafforti conduce alla via Guglielmo Siracusa, l’antica via Moschita, un tempo piena di conventi e chiese, oggi custode di quel poco ma pur prezioso patrimonio rimasto, nonostante le devastazioni dei terremoti, le demolizioni e le insane sovrastrutture. Si comincia da Piazza Pertini, in cui si trova il palazzo Peculio sede del Municipio (costruito nel 1924 sull’area dell’antico Peculio Frumentario); il seicentesco Monte di Pietà; la fiancata laterale del S.S.Salvatore e la sua torre campanaria del 1560. Sullo sfondo verso la montagna, l’arco della sinagoga ebraica, scoperto circa un decennio fa all’interno di un magazzino. Si può iniziare a percorrere verso sud la via G.Siracusa lungo la quale si incontra il Museo Parrocchiale nella chiesa di S. Maria degli Angeli. Continuando sulla via G.Siracusa, in direzione sud, si scorgono gli archi degli antichi conventi di S.Nicolò (oggi accesso alla scuola media) e del Monastero femminile delle benedettine.
Proseguendo verso sud si incontra la chiesa di S. Filippo Neri del 1600 con l’annesso Oratorio oggi sede del Museo Civico. In fondo alla via l’interessante complesso architettonico di S.Agata e S.Marina. Quest’ultima mostra un’importante struttura di elementi normanni e fortificazione aragonese misti ad un impianto cinquecentesco. All’interno della chiesa di S.Agata, inserita tra le mete dell’itinerario Giubilare 2000 per l’acquisizione delle indulgenze, si trova la celebre statua del Cristo Lungo portato in processione il 23 e il 25 agosto e nel corso della settimana santa. Degna di nota anche Porta Raineri ricostruita nei primi del XIX secolo, che un tempo immetteva da Nord dentro la cinta muraria. Tornando sull’antica via Artemisia, oggi Corso Umberto I troviamo la chiesa della Candelora (‘400) con particolare cupola di tipologia araba. Percorrendo la salita Federico II federicosi giunge all’omonima Torre unica traccia superstite del castello voluto da Federico II nel 1324.
La cucina di Castroreale offre una variegata scelta di piatti genuini della tradizione gastronomica siciliana, ma è nota soprattutto per la specialità dei biscotti. In particolare è noto tra i biscotti castrensi, “u biscottu castricianu” o “u biscottu da badissa”, di forma allungata, la cui ricetta delle suore clarisse del Monastero di S. Maria degli Angeli di Castroreale, rimase segreta per molto tempo. Tra quei pochi castrensi che possedevano il segreto della ricetta, qualcuno finalmente si decise a trasmetterla. Nascono così due biscottifici che ancora oggi producono la leccornia. Per celebrare tale bontà gastronomica, nella seconda metà del mese di agosto viene organizzata, grazie alla Pro Loco “Artemisia”, una sagra. Semi di anice, cannella, strutto, zucchero, chiodi di garofano, vaniglia, lievito di birra, lievito naturale fatto in casa, farina, acqua e sale sono gli ingredienti, ma su quantità e impasto nessuno si sbilancia. Inoltre sono tipici del posto “maccheroni di casa”; il riso nero preparato per Natale e i “fravioli” specialità gastronomica del Carnevale. Ancora vino, olio, ricotta fresca o infornata, formaggio pecorino fresco o stagionato, salame casereccio, miele, arance e mandarini.