Il riscaldamento: perché e come
Qualsiasi pratica sportiva, sia essa di durata o di potenza, deve essere preceduta da quello che comunemente viene definito “riscaldamento”. Questo termine, ormai diffuso tra esperti del settore sportivo e semplici appassionati, non è considerato da tutti corretto ma è utilizzato per indicare tutti quegli esercizi e tutte quelle pratiche che precedono la prestazione sportiva propriamente detta o l’allenamento.
Qualsiasi pratica sportiva, sia essa di durata o di potenza, deve essere preceduta da quello che comunemente viene definito “riscaldamento”. Questo termine, ormai diffuso tra esperti del settore sportivo e semplici appassionati, non è considerato da tutti corretto ma è utilizzato per indicare tutti quegli esercizi e tutte quelle pratiche che precedono la prestazione sportiva propriamente detta o l’allenamento.
Nell’atletica leggera il riscaldamento viene quasi sempre fatto coincidere con la corsa a ritmo blando, le andature (skip, corsa calciata, ecc.) e gli allunghi, ma ogni attività sportiva necessita che la preparazione alla gara o all’allenamento abbia caratteristiche ben precise.
E’, innanzitutto, necessario chiarire a cosa serva il riscaldamento. L’effetto principale è ovviamente l’innalzamento della temperatura corporea che è generalmente pari a 1-2 gradi ma che non è il solo risultato. L’apparato cardiovascolare, infatti, viene preparato ad avere una risposta più pronta ed efficace allo sforzo; lo stesso accade per il sistema nervoso, dato che la velocità di conduzione degli impulsi nervosi aumenta in modo sensibile; il sangue viene distribuito in maniera ottimale nel corpo ed in particolare deviato verso i muscoli che saranno maggiormente utilizzati; viene rilasciato glucosio nel sangue e stimolato maggiormente il metabolismo (le varie catene metaboliche vengono attivate e velocizzate); muscoli, tendini e articolazioni in genere, grazie all’aumento della temperatura, riducono la loro resistenza al movimento (si riduce la viscosità interna dei muscoli, i tendini si allungano maggiormente rispetto al normale, all’interno delle articolazioni i capi ossei si muovono più facilmente l’uno rispetto all’altro).
Come si effettua un buon riscaldamento? Le fasi che lo compongono sono due: quella generale, il cui scopo è quello di attivare i grandi apparati con esercizi come la corsa blanda e lo stretching (attivo, passivo, statico e dinamico); quella specifica, in cui si cura l’attivazione massiccia delle masse muscolari che verranno utilizzate nel corso della prestazione attraverso esercizi che richiamano in parte o in toto lo sforzo che si eseguirà successivamente.
Infine, oggi è molto usata una tipologia di riscaldamento, detto “alla russa”, che prevede l’esecuzione di una serie di esercizi (in genere una decina) “di forza” che riguardino i muscoli utilizzati in corso di prestazione. Buona corsa!