L’allenamento in età giovanile
Il sogno di ogni genitore che abbia praticato attività fisica, soprattutto se a livello agonistico, è quasi sempre quello di vedere il proprio figlio gareggiare e primeggiare in uno sport anche se non è quello che si è praticato in gioventù. Tuttavia l’approccio allo sport, e successivamente all’allenamento, di un giovane deve essere molto prudente.
Il sogno di ogni genitore che abbia praticato attività fisica, soprattutto se a livello agonistico, è quasi sempre quello di vedere il proprio figlio gareggiare e primeggiare in uno sport anche se non è quello che si è praticato in gioventù. Tuttavia l’approccio allo sport, e successivamente all’allenamento, di un giovane deve essere molto prudente.
Molto spesso si fa l’errore di considerare il bambino come un adulto in miniatura e di allenarlo con i mezzi ed i metodi utilizzati dagli atleti evoluti con il semplice accorgimento di ridurre il carico di allenamento. Ma il giovane atleta è un mondo a sé stante con caratteristiche fisiologiche del tutto particolari che variano profondamente in relazione all’età e che risentono del processo di crescita.
I principi ai quali si dovrebbe ispirare l’allenamento giovanile sono fondamentalmente due: la multilateralità e la polivalenza. In parole povere, ciò significa che i metodi ed i mezzi di allenamento devono variare il più possibile sottoponendo il piccolo atleta alla più vasta gamma di quesiti motori e con l’obiettivo di creare una base motoria il più ampia possibile, rendendolo cioè in grado di fare bene un po’ di tutto e non solo lo sport prescelto.
Un secondo aspetto molto importante è quello relativo alle fasi sensibili. Si tratta di periodi di tempo durante i quali alcune capacità sono particolarmente allenabili e durante i quali è dunque opportuno concentrare gli sforzi sullo sviluppo di quei particolari aspetti. E’ come se madre natura ci indicasse cosa allenare in ciascuna fase della vita di un giovane.
Un’ultima raccomandazione è importante da fare. Soprattutto nella fase di avviamento all’allenamento, è importante che tutto venga posto sotto forma di gioco, non abbandonando mai l’aspetto ludico dello sport. Piccoli giochi, gare e percorsi competitivi, ideati con grande fantasia, devono essere all’ordine del giorno. Genitori ed allenatori ossessionati dal risultato, e che mettono sotto pressione i loro giovani sportivi, sono quanto di peggio possa capitare. Spazio dunque alla creatività ed ecco alcuni esempi di esercitazioni utili e divertenti:
- gare ad ostacoli;
- lancio del vortex;
- corsa a staffetta;
- gare di velocità;
- percorsi misti con corsa a slalom;
- gare di salto in lungo ed in alto.
Tutto nel rispetto delle naturali inclinazioni del giovane e con la capacità di comprenderne i momenti difficili correlati con la crescita corporea e mentale.