Atletica in lutto: è morto Pietro Mennea
Si è spento stamattina in una clinica a Roma, all’età di 61 anni. Ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri (con 19″72) dal 1979 al 1996, era soprannominato “Freccia del Sud”. Grande il cordoglio del mondo dello sport italiano.
Il mondo dell’atletica e di tutto lo sport italiano è in lutto. È morto stamattina in una clinica a Roma, all’età di 61 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri (con 19″72) dal 1979 al 1996. . La terribile notizia è stata diffusa dai familiari ed è giunta alla Fidal attraverso il presidente, Alfio Giomi. Da tempo lottava con un male incurabile. Appresa la notizia, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il numero 1 dello sport italiano ha disposto l’allestimento della camera ardente per oggi pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma. E’ stato inoltre disposto che prima di ogni manifestazione sportiva in programma fino a domenica, la bandiera italiana sia listata a mezz’asta in segno di lutto e venga osservato un minuto di silenzio, come avverrà anche questa sera allo stadio di Ginevra prima dell’amichevole di calcio Italia-Brasile. Gli azzurri scenderanno poi in campo con il lutto al braccio.
”Scompare un asceta dello sport, interpretato sempre con ferocia, volontà, determinazione’‘. Livio Berruti, oro nei 200 a Roma 1960, ha ricordato così Mennea. ”E’ stato un inno alla resistenza, alla tenacia e alla sofferenza. All’atletica italiana manca questa grande voglia di emergere e di mettersi in luce. Per lui l’atletica era un lavoro, io lo facevo per divertirmi. Il nostro è stato uno scontro, come tra Platone e Aristotele”. “Sono veramente molto triste… Caro Pietro… Ti abbraccio!” è invece il messaggio che Sara Simeoni, grande campionessa del salto in alto, lascia sulla sua bacheca facebook dopo la scomparsa dell’ex velocista, suo compagno di nazionale alle olimpiadi di Mosca ’80, dove entrambi vinsero la medaglia d’oro nelle loro specialità. “Se n’è andato un pezzo della mia vita”. Carlo Vittori è stato l’allenatore di Pietro Mennea: “Di Pietro ho un ricordo lungo una vita, che non posso dimenticare. Lo vidi correre per la prima volta ai Campionati italiani giovanili, sulla pista di Ascoli Piceno, nel 1968, nei 300 metri: lì capii che era un talento naturale, una forza della natura”.
Nato a Barletta nel 1952, Mennea conquistò l’oro ai Giochi del Mediterraneo del 1971 e nel 1972 partecipò alle Olimpiadi di Monaco dove vinse il bronzo nei 200 metri. Ai Campionati europei di Roma del 1974 arrivò davanti a tutti nei 200 metri e nella staffetta 4×100. Agli Europei del 1978 a Praga si impose nei 100 e nei 200 metri, mostrando le sue doti anche nelle distanze più brevi. Nel 1979, a Città del Messico, durante le Universiadi, con 19″72, realizzò il record del mondo nei 200 metri, primato che resisterà fino al 1996, battuto da Micheal Johnson, ma che gli vale tutt’ora il record europeo. Poi, nel 1980, l’oro olimpico di Mosca, vinto grazie ad una rimonta prodigiosa. Il 22 marzo 1983 stabilì anche il primato mondiale dei 150 metri piani, con 14″8. Una carriera da “Freccia del Sud”.
I funerali di Pietro Mennea si svolgeranno sabato mattina, 23 marzo, a Roma, presso la Basilica di Santa Sabina in Aventino (inizio ore 10).