Guida sulla città di Agrigento
Chiese, monumenti e bellezze architettoniche rendono lo spettacolo impareggiabile. La Valle dei Templi è ritenuto uno dei siti archeologici più rappresentativi della civiltà greca classica, inserito nel 1998 dall’UNESCO nell’elenco del Patrimonio Mondiale.
Agrigento si estende su una superficie di 245 kmq a 230 metri dal livello del mare e conta circa 59.000 abitanti. Fondata nel 581 a.C. dai coloni Rodii e Cretesi della vicina Gela, Akragas divenne in breve tempo una delle più importanti città della Magna Grecia, in Sicilia seconda solo a Siracusa. L’area urbana aveva un’ampiezza di 456 ettari ed era circondata da mura di fortificazione con nove porte d’ingresso. La popolazione era di circa 300.000 abitanti ed era considerata “la più bella città dei mortali”. Nel 210 a.C. venne saccheggiata dai Romani e assoggettata all’Impero ma conobbe nei secoli successivi, l’invasione e la riedificazione da parte degli Arabi che la ricostruirono sulla cima della collina in cui oggi si ammira il centro storico caratterizzato appunto dalla tipica conformazione araba, con le sue piccole viuzze e cortili che convergono verso la Via Atenea, che è da considerare anche oggi la più importante arteria della città. La via Atenea da Porta di Ponte, attraversa interamente il centro storico e su di essa si affacciano bellissimi palazzi e numerose chiese frutto di stili di costruzione a volte totalmente diversi tra loro che contengono all’interno dei veri e propri tesori di arte sacra molto spesso sconosciuti al grande pubblico.
Tra le chiese da menzionare l’Addolorata; San Francesco di Paola; San Giuseppe; San Domenico, Dell’Itria; l’Immacolata e la Madonna degli Angeli, costruita sui resti di un tempio. Per quanto concerne il Duomo, i primi lavori iniziarono nell’anno 1100, ma soltanto 200 anni dopo venne intitolato a San Gerlando, patrono della città. Il Municipio ha sede oggi in quello che una volta era un antico monastero Domenicano del XVII secolo. Da visitare anche il teatro Pirandello, realizzato nel 1870 da Giovan Battista Basile e Dionisio Sciascia, e che fu originariamente dedicato alla regina Margherita, e solo nel 1946 prese il nome del celebre letterato. Suggestiva, poi, la casa natale di Pirandello, in cui vi si rifugiò la famiglia Pirandello in occasione di un’epidemia di colera, e dove nacque Luigi, il 28 giugno del 1867. Da non dimenticare il Viale della vittoria, considerato da secoli il luogo della passeggiata domenicale degli agrigentini; Villa Bonfiglio e piazza Cavour; e Piazza Marconi sede della stazione ferroviaria. Il Museo Archeologico di Agrigento, con i suoi straordinari tesori, è il più visitato dell’intera Sicilia.
La parte più bella è certamente quella della Valle dei Templi, sito inserito nel 1998 dall’UNESCO nell’elenco del Patrimonio Mondiale. Su un crinale roccioso, che delimita a sud l’altopiano su cui sorgeva l’abitato classico, ancora emergono i resti dei templi dorici, di incerta attribuzione: da est verso ovest, da quota 127 a quota 70, Hera (Giunone) Lacinia, Concordia, Eracle (Ercole), Zeus (Giove) Olimpico, Castore e Polluce (Dioscuri) e Hephaistos (Vulcano). Più in basso, la piana di San Gregorio attraversata dal corso del fiume Akragas, alla cui foce si trovava il porto e emporion della città antica. Vicino al fiume, il tempio dedicato al dio della medicina, Asclepio.
La città di Agrigento ospita varie manifestazioni. Spicca la Sagra del mandorlo in fiore nel cui ambito si svolgono due importanti Festival internazionali del folklore. Il primo ideato dal prof. Enzo Lauretta ed il secondo denominato Festival internazionale “I bambini del mondo” su iniziativa di Giovanni Di Maida e Claudio Criscenzo. Ogni anno, nella prima decade di febbraio, da più di 60 anni la valle ricoperta da un meraviglioso manto fiorito di alberi di mandorli è scenario di questa importante kermesse che vede la partecipazione di vari gruppi folcloristici provenienti da varie parti del mondo. L’accensione del tripode dell’amicizia, innanzi al tempio della Concordia, e l’esibizione dei gruppi nella valle con l’attribuzione al vincitore dell’ambito tempio d’oro, trofeo raffigurante il tempio di Castore e Polluce, sono i momenti clou. Nel cuore vecchio della città esistono ancora piccole osterie dove si mesce il vino e si servono sarde salate ed olive schiacciate.