Sebastiano Melita, tanta voglia di correre
L’atleta nativo di Giarre e tesserato per l’Indomita Torregrotta è stato attualmente alle prese con un secondo intervento. Programma un ritorno sui suoi livelli nel 2014. Nei vent’anni di carriera primati importanti ed una splendida partecipazione alla Maratona di New York.
La Maratona di New York del 1999 ha rappresentato il momento più bello della sua ventennale carriera da atleta. Per Sebastiano Melita, che sta attualmente recuperando da un problema al piede (a dicembre ha subito il secondo intervento, questa volta al sinistro, a marzo 2011 era stato invece interessato l’altro) e progetta un ritorno su suoi livelli per il 2014, a distanza di quattordici anni i ricordi sono ancora indelebili. Nella Grande Mela chiuse la gara al 63. posto assoluto su oltre 31.000 atleti, piazzandosi come quattordicesimo italiano. Il tempo di 2h 33’ 50” è il migliore mai ottenuto da un siciliano nella Maratona più partecipata al mondo. Eppure Sebastiano non ha mai pensato ad un “bis”: “La Maratona di New York è un appuntamento favoloso. Ciascun atleta che abbia questo sogno nel cassetto è giusto che lo realizzi, partecipandovi almeno una volta. Non condivido, però, chi lo mette annualmente in cima ai propri pensieri. L’ultima edizione, rinviata soltanto in extremis, ha dimostrato che alla base c’è molto business”.
Nato a Giarre nel 1969 – ha da poco compiuto 44 anni – è stato tesserato per il Taormina Athletic Club sino al 1995, successivamente il passaggio all’Indomita Torregrotta. Allenato da Giuseppe Ferrara fino al 2010, è seguito da tre anni da Raffaele De Caro. Alla Maratona di Palermo, che lo vide ai nastri di partenza già nel 1992, spingendolo a correre con una certa regolarità, ha centrato un ottimo 2h 30’ 06” nel 1997, in quell’anno decima prestazione siciliana. Un risultato che gli permise di migliorare le 2h 32’ 00” stabilite qualche mese prima a Torino. Nella mezza maratona, invece, ha fermato il cronometro a 1h 08’ 50” a Porto Recanati, sempre nel 1997. Cinque anni dopo, a Messina, ha chiuso il percorso in 1h 10’ 04”. Melita è stato impegnato anche nei 3.000 (primato personale a Catania nel ’99 con 9’00” 7), 5.000 (15’ 27” 01 a Barcellona Pozzo di Gotto nel ’97) e 10.000 (32’ 17” a Messina nel ’97) metri. “Ricordo con piacere e grande soddisfazione tutte le belle prestazioni a livello italiano e i record personali” aggiunge.
Nel 2005 va a caccia di una nuova impresa: la “SuperMaratona dell’Etna da zero a tremila”, la corsa podistica con il più alto dislivello al mondo, su un percorso di 43,400 km. “E’ stata soprattutto una sfida con me stesso oltre che contro il tempo. L’anno prima avevo visto degli atleti svolgere questa gara e mi sono detto che avrei voluto provarci anch’io. Il terzo posto è stato poi un risultato assolutamente inaspettato”. Il 25 giugno 2005 concluse infatti sul gradino più basso del podio, in 4h 36’ 40” alle spalle del tarvisiano Franco Plesniskar e del marocchino Rachid Chlikhj. Nel 2008 è arrivato, invece, ottavo in 4h 31’ 49”, nonostante i continui crampi accusati nel finale di gara. Oggi, dopo la convalescenza per il secondo intervento, punta a ritornare al meglio, con un 2013 di transizione. Nel 2012, con pochissima “benzina” nelle gambe, è risultato, comunque, quindicesimo assoluto e secondo tra gli M40 nella TransMarathon, un appuntamento in cinque tappe (la prima da Santa Maria di Castellabate ad Agropoli, la conclusiva dal Santuario della Madonna di Pietra Santa a San Giovanni a Piro) in mezzo alla natura. In precedenza, tra le altre, era stato al via in Campania della “Notturna Stabiese“, a Castellammare di Stabia, di 10 km (37’ 06”) e alla Maratonina di Catania, dello scorso dicembre, chiusa in 1h21’13”. E’ al momento la sua ultima gara, in attesa di rientrare in corsa, magari più forte di prima.
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