Cardiofrequenzimetro: croce e delizia del podista
E’ ormai molto diffuso tra i podisti l’uso di cardiofrequenzimetri più o meno precisi, più o meno costosi. Da molti vengono considerati praticamente indispensabili per l’allenamento, ma è anche vero che esiste un gruppo corposo di atleti che li ritiene inutili ed ingombranti. In realtà, se molti professionisti dello sport li utilizzano un motivo ci dovrà pure essere. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
E’ ormai molto diffuso tra i podisti l’uso di cardiofrequenzimetri più o meno precisi, più o meno costosi. Da molti vengono considerati praticamente indispensabili per l’allenamento ma è anche vero che esiste un gruppo corposo di atleti che li ritiene inutili ed ingombranti. In realtà, se molti professionisti dello sport li utilizzano un motivo ci dovrà pure essere. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Il cardiofrequenzimetro è un misuratore della frequenza cardiaca abbastanza attendibile anche se può capitare che interferenze alterino, seppur momentaneamente, i dati da esso forniti. Il perché del suo utilizzo è spiegato dal fatto che ci dà esatta contezza di ciò che ci sta effettivamente succedendo durante uno sforzo e soprattutto che genere di allenamento stiamo facendo. Il suo uso presupporrebbe un test preliminare, meglio se fatto da un medico dello sport o comunque da un esperto di valutazione funzionale, al fine di individuare i valori della frequenza massima e della frequenza di soglia anaerobica. Questi due dati, infatti, consentirebbero di impostare un range di frequenza a cui allenarsi per andare a sollecitare questa o quell’altra caratteristica. L’individuazione della frequenza massima è tuttavia molto complessa. La famosa formula 220-età non è assolutamente attendibile anche se molto usata e i valori raggiunti alla fine di una gara di mezzofondo veloce non possono essere considerati corrispondenti alla massima frequenza. Si dovrebbe, al contrario, portare l’atleta a correre un chilometro almeno al massimo della forma fisica e della motivazione e misurarne i battiti in queste condizioni specifiche ma non sempre ciò è possibile.
L’utilizzo del cardio può essere, tuttavia, molto utile, soprattutto a quegli atleti che non riescono a leggere in modo preciso i segnali del proprio corpo. Impostare un intervallo entro il quale mantenersi nel corso di una gara o di un allenamento, ancor più se si corre su un percorso non misurato, può aiutarci comunque a produrre effetti allenanti validi ed a gestire meglio lo sforzo. Per fare ciò è necessario allenarsi ad una determinata percentuale della frequenza massima o di soglia. Tale percentuale varierà in relazione alla tipologia di stimolo allenante che vogliamo dare.
Buon allenamento!