Oderzo incorona El Mazoury, terzo Lalli
Il ventitreenne finanziere d’origine marocchina ha conquistato il 18° Circuito Internazionale Città Archeologica. Secondo l’ucraino Lashyn. Pertile giù dal podio, ha stupito Bamoussa. Nella gara femminile la sorprendente russa Solovyeva ha sconfitto tutte le azzurre. Festa per De Vidi e Vervoort, medaglie nello sprint alla Paralimpiade di Londra.
Il Circuito Internazionale Oderzo Città Archeologica diventa maggiorenne e, spegnendo le 18 candeline, si regala una doppia, entusiasmante sorpresa. Il Primo maggio in Piazza Grande, Ahmed El Mazoury e la russa Natalia Solovyeva hanno sconvolto ogni pronostico, dominando due gare che alla vigilia avevano altri favoriti. Il finanziere El Mazoury ha sfiorato il record della corsa (l’avrebbe ottenuto, se non avesse vistosamente rallentato negli ultimi metri, tagliando il traguardo addirittura di schiena), precedendo con ampio margine l’ucraino Lashyn (staccato di 18” su poco meno di 10 km di gara) e l’attesissimo compagno di squadra Lalli, finito a 21” dal vincitore. “Sono appena rientrato da un raduno in Sudafrica – ha detto El Mazoury – ho fatto due giorni di viaggio per tornare in Italia e altri 300 chilometri di auto per essere a Oderzo. Non sapevo cosa aspettarmi, temevo di soffrire la stanchezza. Sono partito prudente, poi ci ho provato. E’ stato un test importante, che mi dà fiducia per il futuro. Ora, dopo aver perso gran parte del 2012 per infortunio, punto all’Eurochallenge dei 10.000 metri e ai Giochi del Mediterraneo, dove spero di conquistare una medaglia”.
Nato in Marocco, ma italiano a tutti gli effetti (sin da bambino risiede con la famiglia in provincia di Lecco), El Mazoury – già argento nei 10.000 metri agli Europei under 23 del 2011 – ha una corporatura minuta che lo fa sembrare ancora più giovane dei suoi 23 anni. A Oderzo ha dato una straordinaria dimostrazione di forza e, alla fine, l’ha applaudito pure Lalli. “Ahmed aveva una marcia in più – ha detto il campione europeo di cross, per il quale Oderzo, dopo il secondo posto del 2010, continua ad essere un traguardo stregato – ma io sono felicissimo della mia prova: dopo aver perso un mese per infortunio, ho ancora poca preparazione sulle gambe. Ora intensificherò gli allenamenti, con obiettivo i Giochi del Mediterraneo, dove vorrei correre la mezza maratona. E poi, in autunno, punterò nuovamente ai 42 km”. Giù dal podio, quinto, il maratoneta Pertile, preceduto anche dall’altro ucraino Romanenko. Mentre nel generale rimescolamento dei valori in campo, ha stupito pure Bamoussa, marocchino d’adozione bellunese, sesto dopo una gara d’attacco che l’ha visto lasciarsi alle spalle anche due maglie tricolori, De Nard (cross) e Gariboldi (10.000 metri).
Per trovare una russa sul gradino più alto del podio del Circuito Internazionale Città Archeologica bisogna tornare indietro di 14 anni, sino al 1999, quando all’ombra del Torresin trionfò Goulnara Faizullina. Ieri Natalia Solovyeva ha sorpreso tutti. C’erano speranze per le azzurre, Romagnolo e Weissteiner in testa. Anche la romena Birca, quinta nei 5.000 metri agli Europei di Helsinki, aveva le credenziali giuste per recitare da protagonista. E invece, alla fine, grazie ad un prepotente cambio di passo poco dopo metà gara, è emersa questa trentenne russa, nota nel suo Paese soprattutto per qualche successo nel duathlon.
“A due giri dalla fine è partita, ho provato a starle indietro, ma il ritmo era impossibile”, ha spiegato l’altoatesina Weissteiner, contenta per un secondo posto che la riporta sul podio dove aveva vinto per cinque anni consecutivi, tra il 2005 e il 2009, e per l’eccellente sesta piazza della conterranea Anna Stefani, classe 1995. Bronzo per Fatna Maraoui. Quarta, ma troppo presto fuori dai giochi per la vittoria, la regina dell’edizione 2012, Elena Romagnolo, la cui condizione evidentemente non è quella dell’anno scorso. E la smorfia di disappunto con cui ha concluso la gara, la dice lunga. A Oderzo si è corso da mattina a sera. La giornata, iniziata con i master (Stefano Pretotto e Silvia Pasqualini i primi sul traguardo) e proseguita con le prove giovanili, ha offerto un’emozione particolare quando in Piazza Grande hanno gareggiato i disabili. In testa al gruppo, idealmente, la stella di casa, Alvise De Vidi, e la belga Marieke Vervoort, tre medaglie in due nella velocità alla Paralimpiade di Londra. In un 1° maggio da incorniciare, c’è stato anche spazio per una cartolina a cinque cerchi.