Ruggeri e la sua impresa al Tor des Geants
Il sessantatreenne taorminese, tesserato per la Panormus Palermo nel trail e per il Marathon Club Taormina nella gare su strada, è stato il primo siciliano ad aver ultimato il durissimo trail: “Una soddisfazione immensa, ci ritornerò l’anno prossimo. Sarebbe meglio andarci, però, in gruppo, con almeno quattro o cinque compagni“.
La partecipazione al trail più duro del mondo lo ha segnato. Nulla dopo aver compiuto un’impresa del genere potrà essere come prima. Giuseppe Ruggeri, sessantatreenne taorminese, tesserato per la Panormus Palermo nel trail e per il Marathon Club Taormina nella gare su strada, è stato nello scorso settembre il primo siciliano ad aver ultimato il Tor des Geants. Il percorso, che si snoda lungo le due Alte Vie della Valle d’Aosta con partenza ed arrivo a Courmayeur per un totale di circa 330 km (200 miglia) e 24000 metri di dislivello positivo, con tempo massimo di 150 ore, porta allo stremo delle forze i partecipanti. Lungo il tracciato diversi i punti di ristoro, per riposo e soccorso, oltre alle sette basi d’accoglienza di maggior dimensione (basi vita) che dividono il percorso. Praticamente una sfida con sé stessi.
“E’ stata un’esperienza bellissima – racconta Ruggeri – nonostante non fosse cominciata per il meglio. La tragedia della morte di un’atleta ha funestato l’avvio del Tor. Una volta arrivato alla prima base vita ero rimasto in grande apprensione perché temevo si trattasse di qualcuno dei miei amici. Successivamente ho ricevuto notizie più precise e saputo che la vittima era uno straniero”. A perdere la vita è stato il cinese Yang Yuan, scivolato in discesa sul sentiero reso viscido dalla pioggia che ha accompagnato tutta la prima giornata. Nella caduta, avvenuta a circa 2.650 metri di quota, ha urtato con violenza la testa contro le rocce. Alla scena hanno assistito altri concorrenti che hanno dato l’allarme, ma non c’è stato nulla da fare. Terribili momenti anche per una decina di concorrenti che hanno sofferto di una lieve ipotermia. Il Tor è continuato nonostante tutto e per Ruggeri non ci sono stati momenti facili. “Dopo la terza base vita, dove mi sono fermato per riposare circa quattro ore, ho sbagliato a ripartire subito e sono andato in seria crisi. E’ stato tra i momenti più duri, barcollavo dal sonno e negli ultimi 300 metri ero anche infreddolito. Sono abituato a camminare di notte, ma il rischio di scivolare lì per lì era enorme. La ricorderò sempre come una delle notti più brutte della mia vita. Volevo tanto un letto per dormire e la straordinaria ospitalità di un valdostano è stata la mia salvezza”.
Da lì è scattata per lui un’altra molla. “Essendo siciliano non avevo i bastoncini da sci, non ero abituato ad usarli e facendone a meno mi distinguevo dagli altri. In tanti cominciavano così a riconoscermi e a scandire il mio nome, anche perché venni intervistato da una tv del luogo per un servizio. Fu importante ricevere queste testimonianze d’affetto e mi diede la giusta carica per proseguire”.
Alle 9.33 di sabato 14 settembre l’arrivo al traguardo di piazza Brocherel a Courmayeur da 260esimo ultra-trail man. “E’ stata una soddisfazione immensa, tutti mi incitavano negli ultimi metri. Alla vigilia del Tor speravo di terminare le fatiche in 120 o 130 ore, ma date le difficoltà incontrate è stato comunque bello così. Ho trovato un’organizzazione davvero eccellente. La Valle d’Aosta si ferma in concomitanza con il Tor des Geants, le campane suonano a festa e in quei giorni un esercito di volontari si dedica alla manifestazione, rendendo l’evento unico, anche per la grande disponibilità della gente del luogo”.
L’edizione 2014 è già nei suoi pensieri. “Rifarei il Tor, l’ho promesso all’organizzazione, ma sarebbe meglio andarci in gruppo, con almeno quattro o cinque compagni, e non in solitario come ho fatto quest’anno”.