Le difficoltà iniziali del podista
L’approccio alla corsa non è sempre dei migliori soprattutto per chi proviene da anni di inattività e vita sedentarietà e si avvicina a questo sport con entusiasmo e passione ma anche con una buona dose di disinformazione.
L’approccio alla corsa non è sempre dei migliori soprattutto per chi proviene da anni di inattività e vita sedentaria e si avvicina a questo sport con entusiasmo e passione ma anche con una buona dose di disinformazione. I primi giorni, anzi i primi mesi di allenamento sono costellati da una serie di problematiche che spesso sembrano non avere spiegazioni ma che invece sono perfettamente comprensibili se si tiene conto del fatto che le strutture osteo-artro-muscolari si devono adattare ad una sollecitazione maggiore.
I dolori muscolari dei primi giorni non sono da attribuirsi, come spesso erroneamente si crede, all’acido lattico che nulla ha a che vedere con essi. La verità è che, dopo un’esercizio fisico, soprattutto se di alta intensità, i nostri muscoli presentano delle microlesioni. Non c’è da preoccuparsi visto che il nostro corpo, attraverso l’azione di speciali cellule dette satellite, che si attivano in caso di danno muscolare, è in grado di riparare questi piccoli danni, portatori di dolore, restituendo alla muscolatura la propria integrità. E’ ovvio, però, che debbono sempre essere rispettati tempi di recupero adeguati e che la pratica dello stretching, sia prima che dopo l’esercizio, molto aiuta a porre un limite a tale problema.
In chi inizia a correre, ma anche in atleti già esperti, può spesso insorgere la cosiddetta sindrome del tibiale. Le tibie diventano dolenti fino a condizionare l’efficienza della corsa e la correttezza dell’appoggio: il problema non è solo muscolare ma anche e soprattutto osseo. L’incremento improvviso dei carichi di lavoro, terreni particolarmente duri, calzature non adeguate possono infatti favorire l’instaurarsi della cosiddetta fatica ossea, uno stato di sofferenza dell’osso stesso che può anche portare ad una frattura da stress. L’incremento graduale dei carichi e l’utilizzo di calzature adatte può aiutare a prevenire questo genere di problema.
Infine, il mal di schiena rappresenta un inconveniente molto comune del runner. La colonna vertebrale è una successione di articolazioni e la corsa, che viene definita una successione di balzi, mette a dura prova soprattutto il tratto lombare ed in particolare la cerniera lombo-sacrale, il punto di passaggio tra questo e l’osso sacro. Rinforzare la muscolatura addominale, i glutei e gli erettori del tronco è un ottimo strumento di prevenzione e dovrebbe essere cura di tutti i podisti, di qualsiasi livello essi siano.