Roberto Gianò: forza, classe ed umiltà
La redazione di Messinadicorsa.it ha deciso di proporre un appuntamento mensile con i personaggi che hanno portato, nel lontano e recente passato, l’atletica messinese ad alti livelli. L’obiettivo è dare un giusto riconoscimento a coloro che hanno scritto pagine sportive importanti. Per riuscirci sono invitati tecnici, atleti, società ed appassionati ad inviarci delle costanti segnalazioni.
Quello che colpisce di Roberto Gianò quando lo si incontra è che, anche all’età di quasi 42 anni, ha mantenuto quella faccia da ragazzo bravo ed umile che aveva da bambino. Una faccia pulita e simpatica con la quale sembra voler dire a tutti: “Dopotutto non sono poi stato così forte”.
Eppure Roberto ha rappresentato anni fa una delle più belle promesse dell’atletica leggera ed ha fatto incetta di successi oltre ad essere stato convocato nella nazionale italiana Juniores di allora. “Ho iniziato a praticare atletica praticamente da quando sono nato. – racconta – Nel 1978, quando avevo sei anni, ho fatto parte dei centri di avviamento dell’Atletica Villafranca sotto la guida del prof. Franco Ripa”. E da quel momento è iniziato un percorso che lo ha portato ad essere un atleta davvero forte grazie anche al suo straordinario talento. “Nei primissimi anni di attività, quando ero tesserato con la Fiamma Messina, era mio padre il mio allenatore. Poi, con il passaggio alla categoria Cadetti, ho iniziato ad essere seguito da Renato Accorinti che resta tuttora la persona che mi ha dato di più nel corso della mia carriera di atleta”. Una carriera davvero ricca di soddisfazioni ma anche di molti problemi fisici. Da Allievo si trasferisce al CUS Messina e successivamente, nella categoria Juniores, alla Polisportiva Messina. E’ questo il periodo dei grandi risultati.“Avevo già ottenuto da Cadetto il primato italiano dei 1200 metri siepi. Da Juniores ho vinto un Campionato Italiano di 3000 siepi a Cesenatico e mi sono classificato terzo ai campionati italiani Indoor di 1500 metri”. E poi anche la soddisfazione della convocazione azzurra, seppur a livello Juniores. “Ho partecipato all’8 Nazioni a Salamanca, in Spagna, piazzandomi al terzo posto sempre nelle siepi. Agli Europei di categoria, invece, mi sono classificato sesto. Un ricordo meraviglioso”.
Poi, a 23 anni, una lunga serie di problemi fisici fino allo stop definitivo avvenuto due anni dopo. Da allora la passione non è mai finita e lo ha riportato a qualche sporadica apparizione in gara nelle categorie Amatori/Master ma solo per non dimenticare cosa si prova a correre con un numero attaccato sulla maglia. “Il mio unico rimpianto” – ci racconta – “è quello di aver smesso troppo presto, di non essere riuscito ad esprimere al massimo il mio potenziale di atleta. L’atletica, però, mi ha dato molto e resta la mia grande passione per questo sport che mi ha insegnato cosa è la disciplina, la fatica, la sofferenza. Se dovessi dare un consiglio ai giovani, direi di vivere l’approccio all’atletica con gioia e spensieratezza seppure in maniera seria. Ad un talento, invece, consiglierei di fare di tutto per fare di questo sport un lavoro in modo tale da poter portare avanti un progetto in modo sereno”.
Ed oggi Roberto ha trovato la sua serenità. Padre di una meravigliosa bambina, autista soccorritore presso il 118, non ha abbandonato la sua passione di una vita. Diplomato all’ISEF, si è sempre impegnato nell’avviamento allo sport come istruttore, prima nella Polisportiva Movimento Nonviolento, ed attualmente per conto della Podistica Messina. Lo si può, infatti, incontrare spesso al Campo “Santamaria” mentre allena i giovani. “Oggi ci si occupa troppo poco di atletica giovanile – conclude – c’è un grande interesse per l’attività Master, che è bellissima per carità, ma si toglie spazio ai giovani che rappresentano il futuro. L’impegno maggiore deve essere indirizzato a loro”.
E noi speriamo che in quel futuro ci sia un nuovo Roberto Gianò.
Nelle foto, alcuni momenti della carriera di Roberto Gianò