Lillo Feti, talento puro e saggezza di atleta
Sono passati ormai 36 anni dal 1978, l’anno in cui cominciò a correre, ma quando parla dello sport che ha praticato per tutta una vita, Lillo Feti ha negli occhi la passione di un ragazzino che si approccia per la prima volta ad una attività che sente adorerà per sempre.
Sono passati ormai 36 anni dal 1978, l’anno in cui cominciò a praticare atletica leggera, ma quando parla dello sport che ha praticato per tutta una vita, Lillo Feti ha negli occhi la passione di un ragazzino che si approccia per la prima volta ad una attività che sente adorerà per sempre. E ascoltarlo è un’esperienza piacevole come poche perché parla con una competenza e saggezza tale che gli derivano da un passato trascorso a correre sempre ad alti livelli. Ed infatti Lillo è stato tra gli atleti più forti formatisi a Messina ed ha gareggiato in un periodo che fu magico per il mezzofondo italiano. Quello dei vari Antibo, Faustini, dei fratelli Selvaggio, di Cova, di Mei, tutti nomi che sono diventati leggendari in ambito sportivo. Ha potuto gareggiare spesso con alcuni di loro, ritagliandosi uno spazio importante nel panorama italiano che gli consente di guardare alla sua carriera di mezzofondista con soddisfazione.
“Ho iniziato a correre nel 1978 – ci racconta- prima con l’Atletica Messina e poi nel Movimento Nonviolento, sempre sotto la guida tecnica di Renato Accorinti che è stato l’allenatore che mi ha seguito per la maggior parte del mio percorso agonistico”. Ed i risultati già da giovanissimo sono stati di assoluto rilievo: primato regionale Allievi nella mezz’ora su pista con 9439 metri; ottava prestazione italiana Allievi all time nei 5000 metri con l’ottimo crono di 14’ 48” e la voglia di fare qualcosa di grande, di passare a gareggiare sulle lunghe, lunghissime distanze che sente più adatte a lui. “Nella mezza maratona e nella maratona ho ottenuto dei buoni tempi. Ricordo con gioia la vittoria ai Campionati Italiani Juniores di mezza maratona dopo una gara dominata dall’inizio alla fine. A Firenze, poi, durante il periodo del servizio civile corsi la maratona in 2h 20’ 43”. Era il 1986 ed allora, lontano da casa, ero seguito da Fulvio Massini. Ho ottenuto anche un nono posto assoluto alla Roma-Ostia con 1h 04’ 30”, mentre alla Stramilano ho chiuso in 1h 05’ 45”.
Ma la sua più grande soddisfazione la ottenne proprio nella sua città e quando ne parla i suoi occhi sono diversi: “La vittoria alla Stramessina, non ho dubbi. C’era tutta la città a sostenermi. Vinsi su Faustini davanti alla mia gente. Un momento bellissimo!”. Ma una corsa stupenda fu anche quella del primo Vivicittà di Messina, parecchi anni dopo. Il 36’ 26” di quel giorno è ancora la migliore prestazione ottenuta da un atleta nel capoluogo peloritano. Era già la seconda parte della sua carriera, quella che lo ha visto vestire le maglie di Atletica Villafranca ed, infine, della Podistica Messina, tra gli amatori. Seguito per un periodo da Sebastiano Pino e dopo ancora da Accorinti. Lungo il suo percorso agonistico Lillo è stato sempre, oltre che un atleta, un uomo con precise convinzioni, che ha portato avanti con ostinazione e coraggio, pure quando gli infortuni e la sfortuna lo hanno tartassato impedendogli di rendere sempre al massimo. Oggi, docente all’Istituto Nautico, sposato, padre della bellissima Giulia e appassionato di ciclismo, parla con serenità esprimendo, il suo parere su quello che per tanti anni è stato il suo mondo.
“Ho sempre accettato consigli da tutti ed ho corso con l’unico scopo di migliorarmi sempre. L’atletica mi ha educato a vivere bene, ha scandito i ritmi della mia vita e mi ha insegnato che per raggiungere un obiettivo, nello sport come in tutti i campi della vita, sono necessari sacrificio, dedizione, impegno e desiderio di superare i propri limiti. Per questo trovo assurda la pratica del doping”. Già, il doping e su questo argomento le sue considerazioni sono molto amare: “Oggi ci si rifiuta di vedere quanto danno le pratiche dopanti facciano. Non mi riferisco solo a coloro che vi fanno ricorso. Di loro, alla fine, si parla quasi con comprensione. Ma esiste una quantità enorme di atleti forti, dotati di talento che non è mai riuscita ad arrivare a livelli top proprio perché oscurata e danneggiata da chi si dopava. Di loro non si parla e non si parlerà mai, ma sono quelli che subiscono l’effetto più devastante di tutto ciò. Il doping è diseducativo anche perché porta molti a farvi ricorso perché tanto lo fanno tutti. Ma che ragionamento è?”.
Ed esprime la sua anche sull’atletica dei giovani dicendoci: “Le società hanno come priorità il business, investono sul settore Amatori o preferiscono spendere per atleti provenienti da altre nazioni che con pochi soldi possono essere portati in Italia e garantiscono guadagno sicuro. Nessuno pensa ad investire sul nostro patrimonio umano”. E poi continua: “A Messina, ad esempio, una volta c’era molto più entusiasmo. Il clima in cui ci si allenava era sereno, portava a fare gruppo. C’erano gli atleti più forti (i fratelli Certo, Roberto Gianò) ma attorno a loro fiorivano gruppi di ragazzi desiderosi di allenarsi. La loro presenza e la loro passione servivano a creare un’atmosfera che era positiva ed utile a tutti: a loro stessi come ai più forti. Adesso mancano punti di riferimento, mancano i tecnici e gli atleti. L’atletica richiede molti sacrifici per ottenere soddisfazioni e tanti ragazzi scappano verso gli sport di squadra, che sono più diffusi e promettono gloria per tutti”.
Un’ultima considerazione riguarda il settore amatoriale: “C’è troppa disinformazione sugli effetti che l’allenamento, soprattutto per gli sport di resistenza, produce su soggetti già avanti negli anni. Molti podisti si allenano senza criterio, senza essere seguiti da tecnici competenti. Corrono maratone e maratonine spesso privi di un’adeguata preparazione. Inoltre è preoccupante il fatto che tra di loro la tentazione di doparsi è molto forte. Pur di vincere, pur di ottenere un risultato alcuni sono disposti a tutto. Il concetto di dedizione e quello di sacrificio contano pochissimo”. Parole dure con le quali molti non saranno d’accordo, ma che derivano da un’analisi dello sport atletica leggera portata avanti con competenza e saggezza, quella saggezza di atleta che è la dote principale di Lillo Feti.
In bocca al lupo, Lillo!!!
Nelle foto, alcuni momenti della carriera di Lillo Feti