Ematuria e sport
Con il termine “ematuria” si fa riferimento alla presenza di sangue nelle urine. Da non confondere con l’emoglobinuria, non è una malattia ma un sintomo che indica la presenza di una sorgente emorragica a livello dei reni, degli ureteri, della prostata (per quanto riguarda il sesso maschile), della vescica o dell’uretra.
Con il termine “ematuria” si fa riferimento alla presenza di sangue nelle urine. Da non confondere con l’emoglobinuria, non è una malattia ma un sintomo che indica la presenza di una sorgente emorragica a livello dei reni, degli ureteri, della prostata (per quanto riguarda il sesso maschile), della vescica o dell’uretra. Si tratta di una problematica molto comune che deve essere subito riferita al medico curante per poter procedere ad accertamenti volti a comprenderne con sicurezza la causa.
Esistono due tipi di ematuria: quella macroscopica e quella microscopica. Nel primo caso, il sangue è visibile ad occhio nudo e le urine assumono, quindi, un colore rossastro di diversa intensità in relazione all’entità del fenomeno. Nel secondo caso, invece, solo un’analisi delle urine può rivelare la presenza di sangue: è necessaria la presenza di almeno 5 globuli rossi per campo microscopico all’ingrandimento di 40X. Un’ulteriore classificazione può essere fatta in relazione alla fase in cui si verifica l’ematuria stessa. Si può parlare, quindi, di ematuria iniziale (nel caso in cui si riscontri all’inizio della minzione), di finale (quando si verifica alla fine) e di totale (quando si verifica durante tutta la minzione).
I sintomi associati a questo fenomeno sono diversi e non sempre presenti. Alle volte, infatti, soprattutto nel caso di ematuria microscopica, sono le analisi a rivelare il problema. Nel caso in cui, invece, vi siano sintomi, questi possono variare dal dolore al momento di urinare alla necessità frequente di farlo, ad una sensazione di insufficiente svuotamento della vescica o di difficoltà ad urinare, alla riduzione del getto di urina, con possibile presenza di dolenzia al fianco o nella regione dell’addome e di febbre. Le cause sono molteplici e di entità variabile: calcoli renali o vescicali, infezioni, patologie sessualmente trasmissibili, neoplasie, problemi alla prostata (per gli uomini), assunzione di farmaci. In relazione a questi ultimi, c’è da dire che alcuni di essi possono essere causa della cosiddetta pseudoematuria, un fenomeno nel quale il colorito rossastro delle urine non deriva dalla presenza di sangue ma solo di talune sostanze contenute nei farmaci stessi, cosa fra l’altro possibile anche con alcuni comuni alimenti (barbabietole e altri).
Negli sportivi, e quindi anche nei runner, può verificarsi l’ematuria da sforzo che è assolutamente benigna ed è stata riscontrata sia nei ciclisti, sia nei nuotatori che nei podisti, soprattutto se dediti a gare di resistenza, e può essere attribuita ai ripetuti traumi sui reni e sulla vescica. Si tratta di una condizione che generalmente regredisce nello spazio di alcuni giorni o settimane. L’analisi delle urine è comunque utile per verificare la presenza di globuli rossi o per capire se si tratti invece di emoglobinuria che può essere dovuta a lesioni muscolari o a deficit di enzimi muscolari o di emoglobinuria da marcia. La raccomandazione da fare è di ricorrere comunque ad un medico che possa avviare gli esami necessari a fare una diagnosi differenziale per capire se il fenomeno sia sintomo di un problema grave o meno ed a mettere in atto opportuni trattamenti e terapie, qualora lo si ritenga necessario, per porre rimedio al problema.