Il Tor des Geants ripreso dalle telecamere giapponesi
La Valle d’Aosta e la manifestazione entreranno nelle case non solo dei cittadini delle 6852 isole che formano l’arcipelago nipponico (127 milioni di abitanti), ma anche in quelle di molti altri spettatori asiatici. Una squadra di sette giornalisti e operatori tv della NHK è in arrivo per compiere un sopralluogo.
NHK, Nippon Hōsō Kyōkai, vale a dire il servizio pubblico radiotelevisivo giapponese. Forte di 2 reti televisive terrestri, 3 reti satellitari e 3 stazioni radio. Grazie a questa super emittente la Valle d’Aosta e il Tor des Geants ® entreranno nelle case non solo dei cittadini delle 6852 isole che formano l’arcipelago nipponico (127 milioni di abitanti), ma anche in quelle di molti altri spettatori asiatici. Una squadra di sette giornalisti e operatori tv della NHK è in arrivo, infatti, in Valle per compiere un sopralluogo dettagliato del percorso del Tor, oltre che dei rifugi e delle borgate attraversate dal tracciato, per poi posizionarsi nei punti più suggestivi del percorso in occasione della settimana di gara. Sport, cultura, tradizioni, paesaggi e personaggi saranno ‘riassunti’ rapidamente in un film che supererà le due ore di trasmissione. Insomma per la Regione e per Il Tor miglior vetrina, per il crescente mondo runner (e non solo) come quello orientale, non poteva esserci. A questi, oltretutto, si affiancherà anche una squadra di cinque fotografi provenienti dalla Cina, pronti a seguire i loro atleti lungo i 330 chilometri del percorso. Nell’insieme oltre 250 testate giornalistiche seguiranno la manifestazione.
A richiamare l’interesse è anche la qualità degli oltre 800 concorrenti al via. Infatti il carnet delle interviste richieste è già piuttosto fitto. Ben lo sa il giapponese Ono Masahiro, uno dei migliori atleti asiatici, tanto per restare in tema, quinto lo scorso anno, e anche Franco Colle, Oscar Perez, Christophe Le Saux e Pablo Criado Toca, spagnolo trentanovenne, vigile del fuoco, che, allenandosi in questo agosto per il Tor, non solo ha fatto di gran carriera l’intero percorso ma, dato che c’era, ha anche scalato i Giganti oltre i 4mila metri incontrati lungo la strada. Un quartetto d’eccezione, tutti già sul podio del Tor, alternatosi, nelle edizioni precedenti, sui tre gradini classici che portano all’assegnazione dei premi maggiori. C’è sempre il terzo incomodo, anzi, in questo caso il sesto, considerando gli atleti già citati, ovvero Jaime Scott, 45 anni, in questo momento indicato come il più forte runner americano. Era tra i favoriti dell’edizione 2014, ma dovette ritirarsi quasi subito per un infortunio. Quest’anno ha tutte le intenzioni di rifarsi, e alla grande, tanto che per prepararsi ha stabilito il nuovo record del Colorado Trail, 486 miglia (non chilometri, dunque) in 8 giorni, 7 ore e 40 minuti.
Piatto ricco (di bei nomi) mi ci ficco. Perciò piuttosto denso è anche il lotto delle papabili, se così si può dire, alla vittoria in campo femminile. Partendo dalla veneta Lisa Borzani e dalla svizzera Denise Zimmermann, rispettivamente seconda e terza nella passata edizione. La Borzani, oltretutto, quest’anno è forte anche di un bronzo a squadre ai recenti mondiali. Mondiali, già: e che dire di Cecilia Mora che ai campionati intercontinentali ha vinto un oro e un argento? Top runner che vanno, top runner che vengono, come è “normale” in una disciplina così impegnativa come l’endurance trail, in cui rimanere sempre al vertice è quasi impossibile. Tornano così altre due regine da podio di trascorse edizioni, Patrizia Pensa e Giuliana Arrigoni. Mi di sicuro qualcosa, anzi, molto da dire, avranno anche la canadese-palestinese Stephanie Case, le due siciliane Marcella dell’Utri e Luisa Balsamo e la toscana Maria Chiara Parigi, campionessa italiana di Trail e anche lei selezionata per i mondiali. Insomma ce n’è più che in abbondanza, nel complesso forse più che nelle passate edizioni.
Abbiamo parlato di “gente da podio”, senza citare neanche tutti. Ci piacerebbe però parlare pure di “gente da Tor”, ovvero di tutti quei concorrenti, provenienti da 54 Paesi, che frequenteranno la Valle per conoscere posti nuovi e “raccontarli” poi a casa (ecco la funzione anche promozionale del Tor), e soprattutto per vivere il loro sogno. Perché come diceva Walter Bonatti, il vero traguardo è dentro di noi.
Articolo tratto dal comunicato degli organizzatori