CorriCapodanno con i botti a Taormina
L’originale manifestazione, giunta alla 41a edizione, è stata ideata da quel mito entrato nella leggenda, che risponde al nome di Chico Scimone, nato a Boston nel novembre 1911 di venerdì 17 e scomparso il 9 aprile 2005 all’età di 93 anni.
Come tradizione, l’anno nuovo a Taormina inizia con il «Tuffo a mare e corsa», l’originale connubio, giunto alla 41a edizione, ideato da quel mito entrato nella leggenda, che risponde al nome di Chico Scimone, nato a Boston nel novembre 1911 di venerdì 17 e scomparso il 9 aprile 2005 all’età di 93 anni. Chico, icona dei Master e ambasciatore di Taormina nel mondo, era brillo in quella notte di S. Silvestro del 1973 e, dopo aver suonato il pianoforte sino all’alba del 1974 nel suo locale «La Giara» di Taormina, pensò bene di scendere a mare e tuffarsi con indosso lo smoking nelle acque gelide di Villagonia e poi, smaltita la sbornia, risalire di corsa lungo i tornanti per Taormina.
Carmelo Mobilia del Marathon Club Taormina per il sesto anno consecutivo è il deus ex machina di questa corsa – rinominata «CorriCapodanno a Taormina», Trofeo «Chico Scimone» – collaborato dal decano Alfio D’Amore, il primo a seguire le orme di Scimone nel tuffo e la corsa nel 1975, questo con tanta dedizione dei due e nel sentito ricordo di colui che inventò questo rito propiziatorio. Taormina, la «Perla dello Ionio», è sempre splendida, anche con un cielo grigio e nuvoloso, i tuffatori non si sono certo tirati indietro e Salvatore Ferrara, il compagno di Chico Scimone in alcune scalate all’Empire State Building di New York, aveva impressa la sua foto nella maglietta. Chico salì ben diciassette volte sul terrazzo del grattacielo più famoso del mondo, a 320 metri d’altezza, 86 i piani e 1576 i gradini, il battesimo da giovincello a 72 anni nel 1984 e l’ultima impresa l’1 febbraio 2005 a 93, a due mesi dalla morte. Questi gli altri impavidi: Silvio Baldan, David Barbera, Giuseppe Barbera, Giuseppe Belfiore, Roberta Biotto, Monica Carrettin, Nicolò Cucchiara, Costante De Capitani, Biagio Di Mauro, la giapponesina Mika Iwaguchi di Kawagoe, Riccardo Lacquaniti, Giuseppe Lombardo, Antonio Lo Re, Francesco Novello, Gianluca Pandolfo, Carmelo Pilota, Francesco Scarcipino.
Alle 10,00 in punto il via alla corsa, la prima su strada in Europa del 2016, la tregua per il Capodanno è un mero ricordo dei tempi passati, inizia subito la battaglia, un terzetto si stacca dal gruppo, il catanese Enrico Pafumi (Atl. Sant’Anastasia), Massimo Lisitano (Podistica Messina), Natale Grosso (Indomita Torregrotta), a Capo Taormina (1,200 km) i tre atleti scollinano nel tempo record di 3’40”. Davanti all’incanto dell’Isola Bella (2,500 km), uno spettacolo unico al mondo, Grosso tira davanti a Lisitano, ma, superato il bivio dell’autostrada (3,500 km), è quest’ultimo che spicca il volo nella dura salita, una frase fatta che rispecchia, però, la realtà.
Lisitano entra da trionfatore da Porta Messina e nel salotto di Taormina, il corso Umberto, corre a zigzag tra i turisti, ignari di quello che accade, per segnare nella piazza IX Aprile 27’03” sui 7,380 km. Per il messinese, 44 anni il prossimo 10 marzo, il bis del 2011, allora con 25’56”, primato di questo nuovo percorso, terzo pure nel 2009. Massimo ritorna, così, alle gare dopo la pausa del 2015 per un trapianto di cornea e i precedenti due anni con qualche infortunio. Ricordiamo il suo passato da astista, capace di elevarsi a 4,40 nel 1992, appena ventenne, i tempi di rilievo nella maratona di 2.25’08” a Milano nel 2007 e nella “mezza”, 1.09’25” a Roma 2012.
Grosso, protagonista nella scorsa stagione del Grand Prix Provinciale messinese di corsa, giunge staccato di 15” (27’18”), terzo miglior tempo dal 2011 e precede il mottese Antonino Recupero, presidente dell’Atletica Sant’Anastasia, 28’01”, tre secondi meno di quando vinse nel 2014, nel 2009 quarto e nel 2013 quinto in 28’59”. Enrico Pafumi ripete la quarta posizione dello scorso anno, con la differenza che passa da 29’08” a 28’16”, un bel progresso per il catanese. Da citare il costante Giovanni Barbiglia (Pol. Odysseus Messina), quinto, seguito dagli uomini nuovi Carmelo Guardalà e Sebastiano Ragonese dell’Atl. Linguaglossa. Pensate che Ragonese corre da un anno esatto e a Taormina tagliò il traguardo al 25° posto in 32’35”, contro i 29’51” di adesso. Una citazione per due atleti sempre sulla breccia, Giuseppe Fiammante (Indomita Torregrotta) e Sebastiano Melita, con la nuova maglia dell’Etna Running Fiumefreddo, rispettivamente 23° e 24°, in passato tra i protagonisti in assoluto di questa corsa. Fiammante due volte secondo (1999 e 2001) e una terzo (2000); Melita, con le sue quindici partecipazioni, tre volte secondo (1998, 2002 e 2005) e due terzo (2008 e 2010).
Prima tra le donne, Patrizia Strazzeri dell’Atl. Fortitudo Catania, affezionata a questa gara, 32’57” il suo tempo. La brava catanese era giunta terza nel 2011 con 32’30” e seconda nel 2012 (31’52”). Per le piazze d’onore, la giapponese Mika Iwaguchi (33’29”) e la palermitana Lara La Pera (Fiamma Rossa Palermo), 34’38”. Il Memorial «Carmelo La Torre», un atleta taorminese scomparso durante una battuta di pesca subacquea, è andato a Pippo Ruggeri. Il Trofeo «Cosimo Barca», un’altra leggenda di Taormina, pioniere di questa manifestazione, nato il 27 settembre 1922 e morto il 7 ottobre 2011, sempre tra i partecipanti sia al tuffo che alla corsa sino all’età di 88 anni, è stato vinto dal catanese Alfredo Di Mauro. Un momento toccante nel corso della premiazione, quando Carmelo Mobilia ha ricordato l’amico podista Roberto Baratta, investito la scorsa estate da una macchina, mentre era in bici. Al fratello è stata consegnata una targa ricordo: «All’atleta taorminese, sportivo esemplare, leale nella competizione, per tutti esempio di coraggio e onestà». Presenti alla manifestazione il vicesindaco Mario D’Agostino, l’Assessore comunale al Turismo, Salvo Cilona e il Fiduciario regionale del Gruppo Giudici Gara della Fidal, Angelo Battaglia.