Fessurazione nei prospetti: utilizziamo i cicli elastomerici
Spesso, nelle facciate dei nostri palazzi, ci si trova di fronte alla presenza di fessurazioni dovute al logorio del tempo per via di agenti atmosferici, ossidazioni ed escursioni termiche. Le fessurazioni non soltanto minano l’aspetto estetico del prospetto ma ne indeboliscono la struttura minacciando l’intonaco e rendendo possibile future infiltrazioni d’acqua.
L’intervento di ripristino radicale basato sulla picchettatura (o addirittura stonacatura), il successivo ripristino con malte strutturali e la conseguente finitura non sempre è possibile visto i tempi tecnici ed i costi. Dunque per proteggere le facciate si può intervenire con dei cicli applicativi atti alla realizzazione di un sistema elastico ed impermeabile. Tale ciclo di risanamento prende il nome di ciclo elastomerico, in quanto ha delle proprietà elastiche che gli consentono, una volta deformato, di ritornare praticamente alla forma di partenza e quindi non lesionare. Ci sono diversi tipi di interventi elastomerici a seconda del tipo di fessurazione che ci troviamo di fronte. Infatti esistono le microfessurazioni (o fessure capillari) che possiedono un’ampiezza inferiore a 0,2 mm e sono dovute a fenomeni di ritiro dell’intonaco in fase di essiccazione. Tali fessurazioni vengono chiamate a ragnatela, se riguardano l’intonaco, o a macchia di leopardo, se riguardano la pittura. Per risolverle il problema basterà eliminare le parti friabili, stabilizzare la superficie mediante un fissativo consolidante ad alta penetrazione o un promotore di aderenza idrodiluibile fibrato e successivamente applicare due mani di finitura elastomerica a rullo intervallate da almeno 12 ore. Se necessario, per via di fessurazioni leggermente più evidenti, è consigliato applicare due mani di rasante fibrato elestomerico prima della pittura, oppure applicare due mani di pittura “riempitiva” elastomerica. Successivamente si collocano le fessure con ampiezza inferiore a 2 mm dovute a fenomeni di degrado o assestamenti strutturali. In questo caso una volta pulito il prospetto dalla parti friabili ed eventualmente allargato le fessure più strette, bisognerà stabilizzare la superficie con fissativo consolidante ad alta penetrazione e sigillare le fessurazioni con un rasante fibrato elastomerico. L’uniformità del prospetto si avrà con due mani dello stesso rasante, interposte con rete in fibra di vetro alcaliresistente apprettata con una granulometria non inferiore a 155 gr/mq. Infine basterà applicare due mani di pittura elastomerica. In realtà l’ideale per rifinire i due cicli precedentemente esposti sono i rivestimenti a spessore (previa l’applicazione di un fondo uniforme) che, realizzando appunto un maggiore spessore, consentono maggiore riempimento, compattezza e soprattutto maggiore resistenza alle fessurazioni. Infine esistono le lesioni strutturali con aperture superiori ai 2 mm che interessato intonaco e struttura e che sono dovute ad assestamenti e cedimenti strutturali. Tali fessurazioni hanno natura dinamica e prevedono uno studio più accurato dell’intervento da eseguire.