Triathlon: la frazione di nuoto
Nella pratica del triathlon, soprattutto se ci si accosta al multisport da amatori, dopo un passato da podista o da ciclista, la frazione più temuta in assoluto è quella del nuoto. Tutto ciò ha delle motivazioni ben precise: il mezzo in cui ci si muove oppone sicuramente una resistenza maggiore rispetto all’aria.
Nella pratica del triathlon, soprattutto se ci si accosta al multisport da amatori, dopo un passato da podista o da ciclista, la frazione più temuta in assoluto è quella del nuoto. Tutto ciò ha delle motivazioni ben precise: il mezzo in cui ci si muove oppone sicuramente una resistenza maggiore rispetto all’aria; l’acqua è un ambiente profondamente diverso dagli altri e richiede che sia sviluppato un adeguato livello di acquaticità per muovercisi dentro con efficacia; il nuoto, senza nulla togliere al ciclismo ed al podismo, ha aspetti tecnici molto più complessi il cui mancato sviluppo condiziona tantissimo la prestazione.
Tra l’altro c’è da considerare che è sicuramente maggiore il numero di ex ciclisti o ex podisti che si accosta al triathlon rispetto a quello degli ex nuotatori. Questi ultimi sono sicuramente favoriti poiché, anche se la maggior parte provengono dal nuoto in piscina (mentre la frazione di nuoto del triathlon si svolge quasi sempre in acque libere), sicuramente saranno in possesso di una buona tecnica e ritroveranno, anche nel nuoto in acqua di mare o di lago, sensazioni che hanno già provato nel loro passato agonistico.
Per i neofiti, invece, il discorso è più complicato. Innanzitutto, se non si è in possesso nemmeno della tecnica di base, se si nuota con la testa fuori dall’acqua e le gambe non spingono sufficientemente, allora è bene partire da un buon corso di nuoto e solo successivamente dedicarsi ad allenamenti più impegnativi. In ogni caso per preparare adeguatamente questa frazione è opportuno tenere conto di tutta una serie di fattori. Innanzitutto l’ambiente in cui si svolge la prestazione: la frazione di nuoto si svolge quasi sempre in acque libere con condizioni climatiche e di temperatura dalla cui considerazione non si può prescindere. E’ importante anche tenere conto delle correnti che possono portare “fuori rotta” e complicare parecchio la prestazione. Un ulteriore problema è relativo alle varie fasi della gara che sono le seguenti:
- partenza;
- presa della posizione;
- boa;
- fase finale.
Per quanto riguarda la partenza, c’è da considerare il fatto che avviene dalla terraferma, in gruppo numeroso e che all’inizio si fa una gran fatica per andare a prendere la posizione ideale e ad evitare di prendere colpi in acqua o di subire l’”onda” di chi sta davanti ed intorno. Sono memorabili le “bevute” che avvengono in questa fase in cui comunque è consigliabile nuotare con la testa fuori dall’acqua per controllare meglio la situazione. Lo sforzo, in questo frangente, è di tipo anaerobico e, se eccessivo, rischia di condizionare il resto della performance. La presa di posizione sarà tanto più efficace quanto migliore sarà stato il lavoro fatto precedentemente. Si può decidere di nuotare in gruppi poco numerosi, sfruttando la scia di chi ci precede, o abbandonarli quando costringono a traiettorie più lunghe e dispendiose.
La fase di avvicinamento alla boa è generalmente molto delicata perché non sempre è possibile quanto programmato. Spesso si ha in mente di girare molto vicini alla boa stessa ma gli altri costringono ad allontanarsene o addirittura ostacolano con “colpi proibiti”. In ogni caso è opportuno, subito dopo aver superato la boa, nuotare con la testa fuori dall’acqua per un po’ per non perdere i punti di riferimento e tempo prezioso. La fase finale, infine, è sempre molto concitata perché si tende ad aumentare il ritmo al fine di uscire dall’acqua in una posizione migliore per proseguire verso la cosiddetta fase T1 (la transizione dal nuoto al ciclismo). Anche qui il dispendio di energie è notevole anche se la tensione tende a diminuire proprio in fase di transizione anche perché la fine della frazione di nuoto rappresenta per molti una liberazione dal punto di vista mentale.