Triathlon: la frazione di corsa
La frazione podistica delle gare di triathlon risulta molto spesso essere decisiva per il risultato finale della gara, sia per quanto riguarda il piazzamento che per quanto riguarda il livello generale della prestazione. Su questa fase ci sono alcuni studi interessanti che hanno messo in evidenza aspetti per certi versi sorprendenti sul comportamento del fisico di un atleta durante la gara.
La frazione podistica delle gare di triathlon risulta molto spesso essere decisiva per il risultato finale della gara, sia per quanto riguarda il piazzamento che per quanto riguarda il livello generale della prestazione. Su questa fase ci sono alcuni studi interessanti che hanno messo in evidenza aspetti per certi versi sorprendenti sul comportamento del fisico di un atleta durante la gara. Infatti, misurazioni dei livelli di lattato ematico eseguite al termine di gare di triathlon olimpico hanno messo in evidenza valori paragonabili a quelli riscontrati dopo gare di 10000 metri. Questo è probabilmente dovuto al fatto che le due precedenti frazioni non lasciano residui importanti di acido lattico almeno a livello della muscolatura interessata durante la corsa. Nel nuoto sono soprattutto i muscoli degli arti superiori ad essere chiamati in gioco, mentre, durante la frazione di ciclismo è la muscolatura, soprattutto estensoria, degli arti inferiori a sopportare lo stress maggiore. Rimarrebbero così più riposati i muscoli del piede, fondamentali per una buona spinta, e quelli della loggia posteriore della coscia (flessori), anche questi molto coinvolti nella fase podistica. Se è vero, dunque, che una gara come l’Ironman rientra sicuramente fra le discipline a componente prevalentemente aerobica, è anche vero che, nelle altre tipologie di triathlon, assumono grande importanza anche altri fattori, fra cui soprattutto quelli lattacidi, così come accade nelle gare di mezzofondo prolungato. Considerazioni di questo genere assumono un significato importante in fase di programmazione della preparazione. E’ utile porre l’accento su due aspetti. Il primo: anche in questa disciplina, così come nelle altre due, è importantissima la tecnica. Gli atleti di più alto livello nel triathlon hanno doti tecniche molto sviluppate grazie ad allenamenti specifici focalizzati sul miglioramento dell’azione di corsa. Fondamentali, dunque, tutte le andature: skip, calciata dietro, calciata sotto, corsa balzata, ecc.. Un’azione di corsa tecnicamente perfetta è anche molto più economica e comporta tutti i vantaggi elencati per nuoto e ciclismo (vedi riduzione del costo energetico). Il secondo: è fondamentale uno sviluppo dei livelli di forza specifica. Il lavoro in palestra, quello di potenziamento e di efficienza del “core”, è basilare e lo sono anche le ripetute ed in genere la corsa in salita.
Per quanto riguarda i mezzi di allenamento, sono quelli utilizzati da tutti i mezzofondisti e podisti con, in più, le prove miste (bicicletta+corsa, mini-triathlon) che hanno un contenuto altamente specifico. Nel periodo preparatorio fondamentale avranno grande rilievo, in una prima fase, la corsa lenta e le variazioni di velocità e, successivamente, la corsa a ritmo medio e le ripetute. Particolare attenzione, inoltre, si dedicherà alla costruzione della forza ed al miglioramento della tecnica di corsa. Nel periodo preparatorio speciale, quello più vicino alla fase agonistica, si curerà in modo maggiore lo sviluppo della potenza aerobica con sedute di allenamento condotte a velocità uguali o superiori a quella di soglia. Nei periodi di gara, infine, prenderanno il sopravvento le ripetute corse a velocità di gara e la corsa a ritmo medio, anche abbinata al ciclismo, e i test di gara (nuoto, ciclismo e corsa). Buon triathlon a tutti!