Le modificazioni indotte dall’allenamento
L’allenamento sportivo ha la capacità di indurre, in praticamente tutti i sistemi e gli apparati del corpo umano, modificazioni fisiologiche che sono in stretta correlazione con la tipologia di esercizio praticato e con i parametri principali dell’allenamento stesso: frequenza, durata ed intensità.
L’allenamento sportivo ha la capacità di indurre, in praticamente tutti i sistemi e gli apparati del corpo umano, modificazioni fisiologiche che sono in stretta correlazione con la tipologia di esercizio praticato e con i parametri principali dell’allenamento stesso: frequenza, durata ed intensità. C’è poi da considerare anche l’aspetto genetico, i gruppi muscolari impegnati maggiormente nell’esercizio fisico e i mezzi e le metodiche di training.
Questo genere di modificazioni vengono definite “adattamenti” e risultano essere stabili fino a quando l’atleta continua ad essere tale, continua, cioè, ad allenarsi in modo costante. Cessano lentamente di essere, invece, se si interrompe l’allenamento, anche se possono essere mantenute a livelli accettabili con programmi di training che prevedano un numero minore di sedute (magari ad alta intensità). Esistono anche delle modificazioni, definite “aggiustamenti”, che hanno però la caratteristica di essere temporanee: si verificano, cioè, quando il soggetto preso in considerazione inizia la seduta di allenamento e scompaiono nel momento in cui la interrompe. Basti pensare all’incremento della frequenza cardiaca, all’aumento della pressione arteriosa e della frequenza respiratoria in corso di esercizio fisico. Si tratta anche qui di cambiamenti indotti dall’attività motoria ma che sono temporanei e riguardano solamente il momento dell’allenamento o della gara.
Ritornando, invece, agli adattamenti, essi riguardano tutte le strutture ed i processi chiamati in gioco in corso di attività fisica e sono, come già detto, in forte correlazione con la tipologia di esercizio. Un atleta praticante sport di resistenza, ad esempio, avrà un metabolismo in cui sono più attive le catene metaboliche “aerobiche” come il ciclo di Krebs e la beta-ossidazione degli acidi grassi, con conseguente aumento dell’attività degli enzimi di tali catene, del numero e del volume dei mitocondri, vere e proprie centrali energetiche delle cellule, della quantità di mioglobina, del deposito intramuscolare di glicogeno e di trigliceridi. Per quanto riguarda le fibre muscolari, un atleta di endurance avrà sia le fibre a contrazione veloce che quelle a contrazione lenta dotate di una maggiore capacità aerobica. I soggetti praticanti sport di potenza avranno, di contro, un’aumentata capacità del sistema del fosfageno, cioè di quello che produce ATP grazie alla reazione chimica in cui l’ADP, che si trova nei nostri muscoli, viene fosforilato, acquista cioè un fosfato, grazie alla reazione con il creatin-fosfato. Aumenta anche la capacità del sistema glicolitico con conseguente aumento della tolleranza all’acido lattico. Relativamente alle cellule muscolari, si assiste soprattutto all’ipertrofia di quelle a contrazione veloce.
Per quanto riguarda l’apparato cardiovascolare, le principali modificazioni sono:
- l’ipertrofia cardiaca (aumenta la cavità ventricolare negli atleti di resistenza, si ispessisce il miocardio in quelli di potenza);
- la riduzione della frequenza cardiaca a riposo;
- aumento del volume di scarica sistolica;
- aumento dell’ematocrito e dell’emoglobina;
- maggiore capillarizzazione muscolare.
A livello respiratorio, poi, si assiste ad un aumento dei volumi polmonari, della capacità di diffusione polmonare, del volume corrente e dell’efficienza respiratoria in generale. Importanti anche gli adattamenti del sistema endocrino con aumento del metabolismo basale, aumento della massa magra e riduzione della massa grassa, rapporto favorevole tra peso e statura, miglioramento dell’assetto lipidico.
Anche l’apparato muscolo-scheletrico è interessato da modificazioni stabili quali il miglioramento della postura, l’aumento del tono muscolare, l’incremento della mobilità muscolare e l’aumento del carico di rottura di ossa, tendini e legamenti. Ma non devono essere trascurati anche i cambiamenti a livello psico-sociale che possono essere considerati, a giusta ragione, veri e propri adattamenti all’esercizio fisico. Maggiore tolleranza dello sforzo e dello stress, aumento dell’autostima e migliore capacità di socializzare, sono tutti effetti della pratica sportiva che si mantengono stabili fino a che si continua ad allenarsi.
Ovviamente sono state indicate solo alcune delle modificazioni indotte da esercizio fisico che sono molteplici e complesse. Buon allenamento!