Aritmie e sport
La tragica scomparsa del giocatore della Fiorentina e della Nazionale Astori ha riportato ad essere di scottante attualità il tema delle aritmie negli sportivi. Esse sono caratterizzate dalla variazione più o meno repentina del ritmo cardiaco; nel caso in cui si abbia un aumento di quest’ultimo, si parla di tachiaritmie mentre, nel caso contrario, quando cioè il ritmo tende a diminuire, si parla di bradiaritmie.
La tragica scomparsa del giocatore della Fiorentina e della Nazionale Astori ha riportato ad essere di scottante attualità il tema delle aritmie negli sportivi. E’ necessario, innanzitutto, partire dalla definizione di questi fenomeni al fine di capire di cosa si tratta esattamente. Esse sono caratterizzate dalla variazione più o meno repentina del ritmo cardiaco; nel caso in cui si abbia un aumento di quest’ultimo, si parla di tachiaritmie mentre, nel caso contrario, quando cioè il ritmo tende a diminuire, si parla di bradiaritmie.
Le cause di questi eventi sono molteplici: alle volte sono di origine genetica, come per esempio nel caso della Sindrome di Brugada; molto spesso sono dovute a stati di stress o di particolare tensione, come quella tipica degli eventi sportivi e possono manifestarsi con perdita di coscienza e, in casi particolarmente gravi, condurre a morte. Ma le aritmie possono essere anche causate dall’abuso di droghe e sostanze dopanti, di alcol e dal fumo di sigarette. C’è poi il caso di aritmie che sono diretta manifestazione di particolari stati, anche patologici, del cuore (basti pensare al “cuore dell’anziano” che va spesso incontro a fenomeni aritmici).
Purtroppo non sempre si effettua una diagnosi precoce e sono sempre di più, specie in campo sportivo, gli eventi tragici, come quello della scomparsa del capitano della Fiorentina, che arrivano imprevedibili e con evoluzione purtroppo repentina e negativa. Ovviamente, e fortunatamente, non tutte le aritmie portano a morte anzi c’è da dire che più del 70% di esse è compatibile con la pratica sportiva. Al fine di capire subito se si è in presenza di fenomeni di questo genere bisognerebbe essere capaci di effettuare un’ auto-diagnosi. La sintomatologia comprende improvvise variazioni del ritmo cardiaco (il classico “cardiopalma”, sensazione che salti un battito), sensazione inspiegabile di ansia, mancanza di fiato e crisi dell’equilibrio fino alla perdita di coscienza. Se si ha il dubbio di avere problemi di aritmia, il semplice elettrocardiogramma è già un esame importante e, se necessario, il medico potrà chiedere ulteriori approfondimenti come l’Holter o l’ecocardiografia.
Le cure comprendono sia i farmaci antiaritmici che la chirurgia con interventi di ablazione o l’impianto di pacemaker che oggi avviene con tecniche sempre meno invasive. Ovviamente non sono sempre necessarie misure di questo genere ma tutto dipende dalla diagnosi che farà lo specialista cui è sempre opportuno rivolgersi nel caso se ne ravvisi la necessità. Per gli sportivi il consiglio importante è quello di sottoporsi con regolarità alla visita di idoneità all’attività agonistica e sarebbe meglio, man mano che si va avanti con l’età, di rendere tali controlli sempre più frequenti. Ad effettuare le visite deve essere sempre uno specialista in medicina dello sport che può rilasciare la certificazione di idoneità e che ha conoscenza dei fenomeni di adattamento del nostro fisico all’allenamento.