Doppio successo in Germania per don Vincenzo Puccio
Nella trasferta dell’Athletica Vaticana a Wittenberg, il parroco, tesserato fino allo scorso dicembre per la Podistica Messina e poi passato alla nuova società della Santa Sede, che conta una settantina di atleti di 14 nazionalità, si è imposto nella “Wittenberg Nachtlauf” di 10,250 km e poi nella mezza maratona.
Vittorie ricche di significati ottenute in Germania da padre Vincenzo Puccio, il sacerdote di Santa Venera, frazione di Barcellona Pozzo di Gotto. Nella trasferta dell’Athletica Vaticana a Wittenberg, il parroco, tesserato fino allo scorso dicembre per la Podistica Messina e poi passato alla nuova società della Santa Sede, che conta una settantina di atleti di 14 nazionalità, si è imposto nella “Wittenberg Nachtlauf” di 10,250 km, tagliando il traguardo, sotto la pioggia e al termine di cinque giri in buona parte sui sanpietrini, con il crono di 33’13”.
Il giorno dopo, Puccio ha primeggiato anche nella “Halbmarathon” sul percorso ciclabile del fiume Elba. Partenza da Wörlitz con saliscendi e cambi di direzione negli ultimi 4 km; ottimo il tempo di 1h12’32”. Podio completato dai compagni di squadra Thierry Roch, alabardiere della guardia svizzera, ed Emiliano Morbidelli, tecnico all’ospedale “Bambino Gesù” di Roma. La delegazione dell’Athletica Vaticana è stata invitata in Sassonia dalla Mz Laufgruppe, sodalizio podistico locale che nel 2018 partecipò alla “RomaOstia”.
La tre giorni tedesca è stata l’occasione per rafforzare il dialogo e l’amicizia tra religioni diverse proprio nella città dove Lutero diede avvio nel 1517 alla Riforma. Tra i luoghi visitati il centro per anziani e disabili Augustinuswerk, diretto congiuntamente da cattolici e protestanti. “Lo sport ha un linguaggio unico che vale per tutti, quello del cuore e del corpo – ha dichiarato Puccio al rientro in Italia – è stato bello testimoniare la mia fede in quei luoghi. Ho potuto incontrare, inoltre, il pastore, che ci ha dato una lettera per Papa Francesco”.
Toccante, inoltre, l’esperienza fatta dopo l’arrivo, quando Sara Vargetto, la portabandiera dell’Atlhetica Vaticana, 10 anni ed un contagioso sorriso con il quale combatte una grave malattia neurodegenerativa, che la fa correre in sedia a rotelle, “mi ha chiesto di andare incontro a suo padre. Molte volte nella vita non sappiamo tornare indietro e sarebbe importante, invece, farlo nella storia e nella memoria per riportare l’unità tra i cristiani. Ci tengo a ringraziare, infine, padre Pasquale Castrilli per il fraterno supporto che mi ha dato nelle gare e, in particolare, nella mezza maratona”.