“Fuggire sì ma dove”: il primo libro di Roberto Leonardi
L’autore è un podista dal 2002 (tesserato per il Marathon Città di Castello) e nella sua prima opera letteraria ha raccontato il punto di vista di un atleta che non vincerà mai una gara “perché, più o meno tutte le domeniche, devo mettermi un numero addosso e correre con altri compagni di strada”.
Un atto d’amore disorganizzato verso la corsa. Così lo ha definito lo scrittore Roberto Leonardi, autore de “Fuggire sì ma dove”. Il libro, anzi “un altro inutile libro sulla corsa”, è edito da Nuova Phormos. Roberto Leonardi, classe 1974, vive a Città di Castello in Umbria. E’ un podista dal 2002 (tesserato per il Marathon Città di Castello) e nella sua prima opera letteraria ha raccontato il punto di vista di un atleta che non vincerà mai una gara.
Alla base le esperienze vissute e le sensazioni provate girando l’Italia, che hanno destato in lui un particolare significato, offrendogli tanti spunti interessanti. “Quando inizi a correre – ha spiegato Leonardi – non sai in che direzione la strada ti porterà, se è solo un passatempo passeggero, o se e quanto, essa si spingerà all’interno di te, anche in maniera appassionatamente intensa. Nel mio caso, si è trattato della seconda ipotesi. Ho cercato di raccontare a modo mio, dal punto di vista di un corridore che non vincerà mai una gara, perché, più o meno tutte le domeniche, devo mettermi un numero addosso e correre con altri compagni di strada”.
“Tanti Lucky loser – ha proseguito l’autore – perdenti fortunati. Non è la stessa cosa, ma suona bene e rende l’idea. Siamo perdenti (la stragrande maggioranza) ma fortunati insomma, viaggiatori erranti in cammino verso una terra che non raggiungeremo mai, pendolari della fatica, apparentemente immobili ma in eterno movimento, verso un orizzonte che mano a mano che avanziamo arretra, come l’utopia di Galeano, ma a questo serve, ad andare avanti, godendo più possibile del viaggio”.
Il testo è suddiviso in 42 capitoli, tanti quanti sono i chilometri di una maratona, con l’ultimo chiamato 0,195 metri. “Non esiste, non può esistere una successione logica degli eventi nelle passioni, in ogni sorta d’amore. Riecheggiano assiduamente, insistentemente, le circostanze migliori. Ne avvertiamo la presenza ovunque; libri, film, canzoni e perché no, nelle opere d’arte.
Anche se parlano di tutt’altro, il nostro essere sempre, di continuo, proiettati lì, trasfigura quel tutt’altro in un altro tutto. Questo atto d’amore disorganizzato verso la corsa, è per questo pieno di riferimenti o citazioni più o meno evidenti, anche inconsapevoli, perché alla fine siamo ciò che ci ha segnato di più. Consistiamo anche delle cose che abbiamo raccolto e messo da parte lungo la strada. Link come punti di riferimento, e rifornimento, che ci tornano utili nelle giornate in salita, o su noiosi rettilinei”.