Il bel gesto di solidarietà di Antonino Lollo
“Ho sentito il dovere di donare una mensilità dello stipendio agli ospedali di Sant’Agata Militello, Barcellona Pozzo di Gotto, Vercelli e al “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo – lo dice emozionato l’atleta messinese nato e cresciuto a San Salvatore di Fitalia e residente in Lombardia
Nei giorni tristi del Coronavirus, un significativo messaggio di solidarietà arriva in Sicilia dalla provincia bergamasca, che sta pagando il prezzo più elevato, in vite umane ed affetti spezzati, al “nemico invisibile”.
“Ho sentito il dovere di donare una mensilità dello stipendio agli ospedali di Sant’Agata Militello, Barcellona Pozzo di Gotto, Vercelli e al “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo – lo dice emozionato Antonino Lollo, atleta messinese nato e cresciuto a San Salvatore di Fitalia e residente in Lombardia – abito in Valle Seriana superiore, nel comune di Clusone, nei pressi di Alzano e Nembro, proprio in uno dei focolai di questo “maledetto” virus, che ha stravolto la storia di luoghi bellissimi, diffondendo un immenso dolore”.
Come hai vissuto questa drammatica emergenza? “Come tutti, in modo traumatico. Inizialmente c’era allarmismo, ma i bar sono rimasti aperti e non si pensava che la situazione potesse degenerare. All’incessante suono, ad ogni ora, delle sirene delle autoambulanze, ha fatto seguito quello delle campane. Siamo stati proiettati in un grande momento di tristezza, acuito dalle immagini, purtroppo diventate famose, del “corteo” di camion dell’esercito pieni di bare, distante da me appena una trentina di chilometri. Troppi non ce l’hanno fatta, persone che conoscevo e parenti di colleghi, e molti sono morti in casa, altri senza poter “salutare” i propri cari. Era difficile fare i tamponi. Personalmente sono rimasto in autoisolamento, perché ho avuto un po’ di influenza”.
Il 29enne Lollo, che lavora come poliziotto alla sezione stradale di Vercelli, ha vinto, con la maglia dell’Oriocenter di Bergamo, la maratona di Pisa del 2017 ed esattamente due mesi fa si è imposto nella mezza maratona di Sant’Agata Militello. “Sembra essere trascorsa un’eternità da quella domenica felice a Sant’Agata Militello. Stavo preparando la maratona di Milano del 5 aprile ed avevo già comprato il biglietto aereo per tornare in Sicilia a fine marzo. Ho deciso, però, di rimanere qui anche per non mettere in pericolo i miei genitori. Li sento sempre e, pure da lontano, mi conforta sapere che sono tranquilli ed in salute”.
Sportivamente è diventato difficile proseguire l’attività. “Impossibile avere la testa per allenarsi. Quando il pericolo sembrava essere sotto controllo, ho proseguito, ma con il diffondersi delle notizie negative, che giungevano da ogni parte, la voglia si è automaticamente azzerata e la mente è andata a medici ed infermieri, che lottano eroicamente con i pazienti. Trascorro le giornate leggendo libri, guardando tv, film e, per mantenermi in forma, faccio esercizi fisici e training autogeno, utile per controllare stress ed emozioni. Ci saranno tempo ed occasioni per riprendere a correre e gareggiare. Adesso dobbiamo restare ancora nelle nostre abitazioni e rispettare le regole”.