Azzurri, al via il monitoraggio del sonno
Lo studio sui cambiamenti della qualità del riposo durante la quarantena, in collaborazione tra FIDAL e Istituto Galeazzi di Milano: “Utile per migliorare la performance e dare indicazioni pratiche alla ripresa dell’attività”.
Uno studio per valutare i ritmi biologici degli atleti, in questo periodo così particolare, e per intervenire poi sulla loro performance. “Monitoraggio del sonno durante la pandemia di Covid-19 in atleti d’élite” è il titolo dell’attività di ricerca sugli atleti azzurri in collaborazione tra FIDAL e l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, all’interno della convenzione avviata l’anno scorso.
L’obiettivo primario è di studiare i cambiamenti della qualità di sonno determinati dalla quarantena negli atleti maggiorenni di livello nazionale. Gli atleti risponderanno a un questionario su dati demografici, pratica sportiva e abitudini di sonno prima, durante e nel mese successivo al “lockdown”: una vera e propria raccolta dati, approvata dal Comitato Etico dell’Università San Raffaele di Milano, che quindi vengono trattati solo ed esclusivamente per finalità scientifiche.
“È un lavoro che ci serve per avere indicazioni pratiche – commenta il direttore tecnico federale Antonio La Torre – sul cronobioritmo degli atleti, in un momento nel quale tutti si sono trovati a subire modifiche del sonno che è determinante nel recupero. Possiamo così farli ripartire nell’attività, integrando con questo fattore gli aspetti fisici, tecnici e psicologici. Lo studio, partito in stretta collaborazione tra FIDAL e IRCCS, per l’alto livello vede coinvolta la struttura nazionale. Ma si estenderà potenzialmente a ogni atleta maggiorenne, in accordo con i fiduciari tecnici regionali, per dare un servizio utile a tutta l’atletica italiana”.
A guidare l’attività è Jacopo Vitale, ricercatore del Laboratorio di Meccanica delle Strutture Biologiche, che sottolinea: “L’idea è nata per fornire un supporto reale. Nella passata stagione abbiamo iniziato con alcuni atleti top di diversi settori, da un gruppo di marciatori agli specialisti di salti e velocità, poi anche mezzofondo e lanci. Per un periodo hanno indossato l’actigrafo, una sorta di braccialetto da polso che contiene un accelerometro e permette di registrare i movimenti nell’arco delle 24 ore, fino a tre mesi consecutivi”.
“Adesso è interessante studiare, invece, l’attuale situazione, per vedere come gli atleti hanno percepito la quarantena in relazione al sonno – conclude – e come si riadattano, allargando il raggio d’azione. Alla ripresa degli allenamenti vorremmo capire come dormono gli atleti e cosa si può fare per migliorare il sonno”.
Articolo tratto dal sito www.fidal.it