Peris e la fiaccola olimpica: “Cercai di stare attento, mi guardava mezzo mondo”
L’ex mezzofondista italiano, nativo di Civitavecchia, è noto per essere stato l’ultimo tedoforo ai Giochi Olimpici di Roma nel 1960: “Sono passati 60 anni ed ogni tanto quando mi riguardo alla televisione penso che quello sia un altro”. Nella rievocazione celebrata da Giardini Naxos a Messina è stato premiato insieme all’ex arbitro Rosario Lo Bello, figlio di Concetto.
Giancarlo Peris è stato l’ospite d’eccezione per l’anniversario dei 60 anni dal passaggio della fiamma olimpica da Messina e dai paesi della costa jonica, rievocato mercoledì scorso. L’ex mezzofondista italiano, nativo di Civitavecchia, è noto per essere stato l’ultimo tedoforo ai Giochi di Roma nel 1960. Una scelta simbolica, dato che fu selezionato nonostante non fosse un atleta già affermato, ma per essere stato il vincitore dei campionati studenteschi di corsa campestre della provincia di Roma di quello stesso anno.
Peris corse nella Capitale gli ultimi 350 metri del percorso della fiaccola. Un giorno per lui indimenticabile quel 25 agosto 1960, celebrato a più riprese nel corso degli anni, come dimostra il francobollo commemorativo realizzato da Poste Italiane 10 anni fa proprio con l’immagine di Peris al momento dell’accensione del tripode nello Stadio Olimpico. Emozioni ancora vive nel cuore del protagonista che, presente sia a Giardini Naxos per la partenza della staffetta che, successivamente, all’arrivo a Messina, alla Passeggiata a Mare, dove si è svolta la cerimonia conclusiva, ha raccontato: “Sono passati 60 anni ed ogni tanto quando mi riguardo alla televisione penso che quello sia un altro” scherza Peris che aggiunge: “allora avevo 19 anni, adesso ne ho 79. Ricordo che quando ho fatto quel pezzo di corsa stavo attentissimo a non commettere errori davanti a mezzo mondo. Pensavo alla figura che avrei fatto se fossi caduto..”. Per la rievocazione l’ha tenuta stretta a sé la fiaccola, un gesto naturale, proprio come in quei momenti.
L’ex mezzofondista, premiato insieme all’ex arbitro Rosario Lo Bello (figlio di Concetto), è stato felice di partecipare all’evento denso di significati organizzato dal Comitato promotore presieduto da Piero Chillè ed ha sottolineato come a Roma le celebrazioni per il sessantesimo anniversario siano state invece rimandate per volere del sindaco Virginia Raggi, date le difficoltà legate al Covid-19.
Sfogliando l’album dei ricordi di quelle Olimpiadi, Peris sceglie in particolare alcuni fotogrammi: “Mi vengono in mente Livio Berruti che ha vinto i 200 metri, Armin Hari che si impose nei 100 ed Herbert Elliot che si aggiudicò i 1500. Ne ho viste parecchie di gare direttamente, specie di atletica. E poi, per gli altri sport, c’era soprattutto Cassius Clay che in seguito divenne Muhammad Ali. Vinse nel pugilato l’oro in una categoria (pesi mediomassimi, ndr) in cui il mio concittadino Giulio Saraudi arrivò terzo e non riuscì ad andare a finale, dove Cassius Clay combattè con un altro (il polacco Zbigniew Pietrzykowski)“.