Parità di genere, deve essere un impegno comune
La Federazione Italiana di Atletica Leggera, nell’ambito dell’Extraordinary Development Project Fund lanciato dalla EA, ha sviluppato un progetto volto alla promozione dell’inclusione femminile negli eventi non-stadia.
Fare dell’atletica un esempio virtuoso di inclusione e promuovere in maniera capillare la parità di genere. È questo il messaggio di cui la FIDAL si fa portavoce ed artefice, nell’ambito dell’Extraordinary Development Project Fund lanciato dalla European Athletics: la “gender equity” non è soltanto l’obiettivo da raggiungere sul lungo termine ma l’idea cardine del progetto stesso, un valore fondante che, nel concreto, si realizzerà nei prossimi mesi nel corso di una serie di eventi non-stadia, tra corsa su strada, marcia, cross e montagna (nel 2021 e nel 2022).
La parità di genere alla base del progetto è da intendersi nel senso più ampio: non è esclusivamente una questione numerica, da affrontare attraverso una maggiore inclusione femminile, ma è anche legata alla rappresentazione e alla valorizzazione delle donne. L’obiettivo non consiste nel proporre un format standardizzato da replicare in ogni manifestazione, bensì nel coadiuvare i comitati organizzatori locali nello sviluppo di un piano che meglio si adegui al proprio evento e al contesto locale. Il prossimo evento scelto per realizzare iniziative in questo senso saranno i i Campionati italiani di mezza maratona a Roma (7 novembre), dopo i Tricolori 10 km di Forlì.
Il Social Responsability Athletics Team, il gruppo di lavoro alla guida del progetto, è costituito da cinque consiglieri federali: Grazia Vanni e Domenico Di Molfetta, rispettivamente presidente e vicepresidente del gruppo, Margherita Magnani, Carlo Cantales e Oscar Campari, e da Roberta Russo, Arianna Latini e Tito Tiberti, referenti del progetto per la parte amministrativa/operativa.
Gli eventi coinvolti in “Non stadia event role modelling through a gender balanced approach” possono diventare l’occasione per promuovere una presenza equilibrata nell’ambito del comitato organizzatore e dei suoi ruoli chiave, per garantire la presenza di testimonial sia femminili sia maschili, per una parità nei montepremi e, non ultimo, anche per incentivare l’attenzione alla questione di genere attraverso conferenze su temi specifici (come leadership femminile, linguaggio inclusivo, visibilità femminile, stereotipi a danno di entrambi i generi), coinvolgendo associazioni no-profit in prima linea sull’argomento e valorizzando realtà locali già attive sul territorio che possano offrire esempi concreti di inclusione e parità.
Articolo tratto dal sito www.fidal.it