Un libro per ricordare Paola Pigni
Presentato all’Arena di Milano “Paola Pigni – Liberarsi correndo”, in memoria della pioniera del mezzofondo azzurro.
È qui che nel 1969 firmò l’impresa del record del mondo dei 1500 metri (4:12.4). Ed è proprio all’Arena Civica Gianni Brera di Milano, la “sua” Milano, che è stata presentata “Paola Pigni – Liberarsi correndo”, l’opera con cui lo storico dello sport Sergio Giuntini ha reso omaggio alla pioniera delle lunghe distanze in Italia, la donna che ha aperto nuovi orizzonti e ispirato tante giovani mezzofondiste, indimenticata campionessa azzurra degli anni Settanta che ci ha lasciato da pochi mesi.
La sala Appiani ha ospitato la cerimonia di presentazione del libro edito da Assital, in un evento organizzato dall’Associazione Cronisti e Storici dello Sport (La CRO.S.S.) al quale ha preso parte anche il presidente della FIDAL Stefano Mei: “Dispiace che Paola non abbia potuto assistere a queste fantastiche Olimpiadi di Tokyo, però sono certo che abbia fatto il tifo da lassù – le sue parole – nel ’72 avevo nove anni e vedevo le Olimpiadi in tv, seguivo con particolare interesse le sue gare e ho gioito per la sua medaglia di bronzo: qualche anno dopo l’ho conosciuta e l’impatto è stato fortissimo”.
Corrono veloci i ricordi e le emozioni, nell’incontro moderato dalla storica firma della Gazzetta dello Sport Fausto Narducci. Per la figlia Chiara, premiata con una targa dall’ex ostacolista Giuliana Cassani, era una donna “con una determinazione assoluta, non la fermava nessuno, ma allo stesso tempo una persona molto generosa, con un cuore immenso. Non aveva paura delle sfide, in pista e fuori. Insieme a papà (Bruno Cacchi, suo allenatore, ndr) sono stati una miscela esplosiva che ha lasciato un segno nella storia dell’atletica leggera”.
“Ha rotto tutti i tabù culturali dell’epoca – afferma il DT azzurro Antonio La Torre – è stata avanguardia e innovazione della metodologia di allenamento”. Per la vicepresidente del CONI Claudia Giordani “un riferimento e un modello da seguire”. Per il presidente del Cus Milano Alessandro Castelli “un’atleta sveglia, riservata, precisa, pignola: i suoi allenamenti erano proiettati verso il futuro”.
Due volte campionessa mondiale del cross, pluriprimatista mondiale, bronzo europeo ad Atene nel ’69 e poi bronzo olimpico nel ’72 a Monaco. Ma soprattutto esploratrice delle distanze che fino a quel momento non erano abituali al femminile. È stato l’autore, Sergio Giuntini, a tratteggiare l’importanza della figura di Paola Pigni e il valore rivoluzionario, suo e della nuotatrice Novella Calligaris, “portatrici di femminismo sportivo”, capaci di abbattere limiti che sembravano inaccessibili per le donne in quel periodo storico e di profondi cambiamenti della società: “Hanno dimostrato come le donne potessero trovare il proprio spazio di autonomia e indipendenza attraverso lo sport, è il loro contributo al processo di emancipazione femminile”. Nel corso dell’incontro – in sala anche la vicepresidente FIDAL Grazia Vanni e il consigliere federale Gianfranco Lucchi – il giornalista Ennio Buongiovanni ha letto la sua poesia “A Paola” dedicata alla memoria della campionessa. La memoria di chi ha tracciato una strada nuova, coraggiosa, bellissima.
Articolo e FOTO tratti dal sito www.fidal.it