La “Naturosa Catania Marathon” nel diario di corsa di Remigio Di Benedetto
“L’atmosfera che respiro mi è molto familiare, vedo tre “gonfiabili” che fanno bella mostra sulla dirittura di arrivo, i gazebo dell’organizzazione dove si distribuiscono pettorali, la postazione dei cronometristi, i giudici, un “via vai” di podisti che colorano il lungomare”.
Sono le 8 e mi trovo sul lungomare della Plaia di Catania. L’atmosfera che respiro mi è molto familiare, vedo tre “gonfiabili” che fanno bella mostra sulla dirittura di arrivo, i gazebo dell’organizzazione dove si distribuiscono pettorali, la postazione dei cronometristi, i giudici, un “via vai” di podisti che colorano il lungomare. Io indosso il pettorale numero 3258, ma solo quando sento la voce dello speaker Giuseppe Marcellino che inizia a presentare la “Naturosa Catania Marathon”, capisco che non si tratta di un sogno ma è realtà.
Sto finalmente rientrando nel mondo del podismo amatoriale dei Master dopo quasi 3 anni di assenza. Qualche “acciacco” di troppo mi ha tenuto lontano dalle corse e soprattutto dagli amici podisti. Nella mia carriera di podista amatoriale ho disputato centinaia di gare ma per me oggi è come se fosse la prima, sono emozionato. Rivedo con piacere e saluto tanti amici primo fra tutti Michelangelo Granata il “Re” dei giudici catanesi, c’è poi Nino Cunsolo, Santi Monasteri, Carmelo Torrisi, Michelangelo Testa, Giulio Caniglia e famiglia, Salvatore Paterno, Alessandro Minnella e l’elenco potrebbe continuare…
È una ventosa ma assolata giornata d’inverno, la canotta non mi è sufficiente, decido d’indossare anche una leggerissima maglia tecnica; a 68 anni “suonati” è consentito anzi raccomandato. Mi accorgo anche che sul mio pettorale non c’è il mio nome come tutti, per me rimarrà il mistero del giorno.. Corre voce tra i podisti che siamo “Mille” ed ognuno ha la sua impresa da portare a termine. La mia è la più breve solo 10 chilometri e 500 metri da percorrere in gran parte nel centro storico di Catania. Altri porteranno a termine imprese più impegnative, la mezza di 21,0975 Km e la Maratona da 42,195. La partenza e lo “sbarco” dei mille, o meglio l’arrivo, sarà per tutti sul viale Kennedy.
Con qualche minuto di ritardo viene data la partenza, il fiume podistico si mette in moto in direzione Siracusa. Sono a centro gruppo, c’è un poco di confusione e prima di poter stabilizzare la mia velocità sono già oltre il primo tornante in direzione Catania. Vorrei controllare il tempo al primo chilometro ma il rumore del “rullaggio” di noi podisti sull’asfalto è tale che non sento il “bip” del mio Garmin, pazienza. Finalmente il fiume dei podisti si allunga. C’è più spazio per correre, ripassiamo all’altezza della linea di partenza, dove i fotografi sono in azione con Michele Amato in testa e parenti e amici tifosi si agitano. Siamo al 2° chilometro, questa volta leggo 4’53”, va benissimo per garantirmi una media finale che non superi i 5’, anche se so che il mio Garmin come tanti è un po’ “bugiardello” e accorcia i chilometri. Superiamo il “Tondicello” della Plaia, dove uno schieramento di Vigili Urbani tiene a bada gli automobilisti che “strombazzano” senza pietà.
Iniziamo a costeggiare il porto percorrendo la via Domenico Tempio e la via Cristoforo Colombo. Poi c’è il passaggio sotto gli Archi della Marina che ai primi del ‘900 erano ancora immersi nelle acque del porto. Facciamo così ingresso nel centro storico di Catania lasciando alla nostra destra lo storico Palazzo Biscari. La via Vittorio Emanuele e due svolte in successione a sinistra aprono lo sguardo sul magnifico Teatro Lirico Bellini. Ma il mio sguardo va anche sul “Garmin” perché col suo bip mi segnala il passaggio al 5° km in 4’52”, ok sono in media perfetta. Il giro turistico della città continua: siamo in via Etnea il cuore della città, raggiungiamo Piazza Stesicoro, siamo in lievissima salita e le mie gambe se ne accorgono perché il Garmin al 6° km dice 5’05”.
Circumnavighiamo la statua di Vincenzo Bellini, molto “amata” dai piccioni per i loro bisogni. A questo punto invertiamo la rotta e in direzione sud ci dirigiamo verso il porto, non prima però di terminare il “giro turistico” passando dalla piazza Duomo con il suo elefante e dal Castello Ursino che fino al 1669 era sul mare, poi la lava.. Ci ritroviamo così sulla via del ritorno, l’ottavo chilometro lo percorro in un magnifico 4’41’. Imbocchiamo nuovamente la via Cristoforo Colombo e dopo poco si leva un forte vento contrario. Arriviamo in via Domenico Tempio e la forza del vento aumenta. L’assenza dalle gare per lungo tempo e i pochi mesi di preparazione non mi aiutano. Ma come un navigatore sa orientare la vela in caso di vento contrario anch’io cerco di resistere accostandomi al margine stradale. Sono un peso piuma e il vento mi “strapazza” come un fuscello.
Il Garmin conferma la difficoltà segnalandomi un nono chilometro in 5’01”, ma oramai sono sul lungomare, mancano 1500 metri. Ancora non vedo in lontananza il “tris” di gonfiabili. Stringo i denti perché so che tra poco appariranno in fondo al viale. Garmin mi dice che sto resistendo, 4’58” al 10° chilometro. Mancano 500m, i gonfiabili sono lì, li vedo. Ho ancora quasi 3 minuti per rimanere sotto i 5’ al km. Finalmente sono sotto il primo gonfiabile, poi il secondo e il terzo, il crono dice 52’12” che fanno poco più di 4’58” al km. Tra i mille podisti la mia piccola “impresa” l’ho compiuta.
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito al buon svolgimento della manifestazione con in testa l’Atletica Sicilia di Santi Monasteri. Per sapere di vincitori e vinti rivolgetevi alla TDS che sa tutto. Un saluto agli automobilisti bloccati che “strombazzavano” a tutti gli incroci, meglio che la prossima volta vadano a piedi.
Articolo di Remigio Di Benedetto (r.dibenedetto@alice.it)