La corsa nel boschetto della Playa, emozioni e sensazioni di Remigio Di Benedetto
Soltanto Michelangelo Granata, statistico dell’atletica catanese, può dirci quanti sono stati i campionati che si sono svolti in quest’area naturale che purtroppo negli anni ha subito danni e devastazioni d’ogni tipo, incendi compresi.
Ancora una volta come avviene da decenni anzi dal “secolo scorso”, il boschetto della Plaja è teatro di una manifestazione sportiva podistica. Soltanto Michelangelo Granata, statistico dell’atletica catanese, può dirci quanti sono stati i campionati che si sono svolti in quest’area naturale che purtroppo negli anni ha subito danni e devastazioni d’ogni tipo, incendi compresi. Ma i podisti catanesi sono affezionati al boschetto e così finiscono col ritrovarsi sempre sulla linea di partenza di una gara podistica. La mattina è “freddina” 7 gradi “dice” la mia auto e si sentono tutti specialmente dove il bosco si fa più fitto. Il riscaldamento muscolare prima della gara oggi è elemento assolutamente necessario insieme allo stretching.
L’apertura della manifestazione è concessa a noi Seniores, correremo la prima batteria in compagnia di Promesse e Junior. Siamo in “pochini” e l’organizzazione della gara, con nostra grande gioia decide che maschietti e femminucce vengano raggruppati in un’unica batteria. Alle 9 e 45 Giuseppe Miraldi “armato” di pistola, con decisione spara un colpo e dà il via alla gara. L’ampia spianata sabbiosa che abbiamo di fronte a noi e l’esiguo numero di podisti consente una partenza in piena sicurezza. Sono in prima fila anche se forse non lo meriterei; al via vedo “scappare” i più giovani, la mia partenza è decisamente più lenta. Il tracciato compie un’ampia curva a sinistra; il fondo sabbioso dei primi metri e i ciuffi d’erba che spuntano dal terreno costituiscono la prima difficoltà da affrontare. Cinquanta metri di terreno ondulato ci fanno entrare nel vero e proprio boschetto dove il percorso è delimitato molto bene con le classiche striscioline bianche e rosse. C’è una prima svolta a destra, poi c’è il primo “torna indietro” che mi consente di vedere sfilare in contro senso tutto il gruppo di testa.
Prendo un buon ritmo, alle mie spalle sento un vocio femminile, sembra quasi che le ragazze della batteria facciano “salotto” oltre che correre. Il tracciato diviene leggermente sinuoso e ci porta nel punto più lontano del circuito. Con un’altro “torna indietro” siamo nella seconda metà del percorso. Dopo un stretto passaggio fra due alberi ci avviciniamo alla fase finale del tracciato: si svolta a destra, 15 metri sono in pendenza verso sinistra poi con un mini “strappo” saliamo fino a raggiungere un punto panoramico che offre la vista della spianata dove sono alloggiate le strutture dell’organizzazione e dove il pubblico aspetta il passaggio degli atleti. Con “quattro” salti in discesa siamo nuovamente sulla sabbia che cede il posto al fondo duro degli ultimi 30 metri, fine del primo giro.
Il mio secondo giro prosegue ad un ritmo di poco inferiore al precedente, il “chiacchiericcio” delle ragazze che mi seguono si è affievolito. Dopo poco mi raggiunge Vincenzo Neri, non ho certamente le forze per proseguire con lui e preferisco proseguire con il mio passo. Siamo al terzo giro, la mia velocità resta immutata. Il chiacchiericcio delle ragazze è finito, evidentemente si risparmia il fiato. A metà tracciato mi supera Patrizia Strazzeri che gentilmente mi saluta, non ho la prontezza e il fiato per risponderle e penso che sia all’inseguimento di Vincenzo, la sua dolce metà. Sono al quarto giro, il mio ritmo cala, ogni curva, ogni salitella diviene più difficile, stavolta a superarmi è l’amico di sempre Giulio Caniglia che con la famiglia al seguito ha sempre il tifo assicurato. Al quinto giro il calo è più netto, mentre al sesto recupero energie, accelero nella fase finale, ma non è sufficiente a resistere al rinvenire di Antonino Cairone. Finalmente vedo per la sesta volta la spianata dell’arrivo, è l’ultima, mi produco anche in rush finale contro nessuno, così tanto per il gusto di farla.
La fatica è stata tanta ma la soddisfazione di avere ancora una volta corso tra gli alberi del boschetto della Plaja catanese fa superare ogni difficoltà. E di questo non posso che ringraziare l’organizzazione che con precisione e puntualità ha gestito la gara nel migliore dei modi. Un saluto a tutti e alla prossima.
di Remigio Di Benedetto (foto FB L’Atletica in Sicilia)