Mattia Furlani campione d’Europa U20 con 8,23 nel lungo
A Gerusalemme vince ancora il lunghista azzurro, un anno dopo il titolo U18 e a un centimetro dal personale, nel duello con il bulgaro Saraboyukov (8,22). Quarte Saraceni nel triplo e Polzonetti sui 100hs.
È ancora d’oro Mattia Furlani. L’azzurro vince nel lungo agli Europei under 20 di Gerusalemme, con 8,23 (-0.2), un anno dopo il titolo europeo U18 conquistato sulla stessa pedana. Trionfa di nuovo il reatino, a un solo centimetro dal primato personale e con il record dei campionati, al termine di uno splendido duello con il bulgaro Bozhidar Saraboyukov, 8,22 (+1.6) per l’argento. È una sfida palpitante: al primo turno il diciottenne riesce subito a piazzare un gran salto, anche se regala gran parte dell’asse di battuta, staccando in sicurezza.
L’azzurro esulta all’uscita dalla buca della sabbia, si rende subito conto di essere atterrato lontano, non sta nella pelle in attesa del risultato. Il tabellone dice 8,23 (vento -0.2) a un solo centimetro dal personale realizzato in giugno a Hengelo (8,24) e con il record dei campionati: superato l’antico 8,17 del sovietico Vladimir Ochkan dell’edizione 1987 a Birmingham. Tutto finito? Non è d’accordo il bulgaro Saraboyukov che risponde con 8,18 (+1.9) e poi fa tremare la leadership perché si migliora a 8,22 (+1.6).
La gara per il saltatore delle Fiamme Oro allenato dalla mamma-coach Khaty Seck prosegue con un nullo, 7,87 (+2.1) e un altro nullo, mentre l’avversario continua ad andare oltre gli otto metri finora mai oltrepassati in carriera (7,97 indoor quest’anno) con 8,10 (+3.4) e 8,12 (+2.0). Al quinto salto 8,07 (+1.9) per Furlani, nullo per il bulgaro che poi chiude a 8,07 (+1.4) e così l’azzurro rinuncia all’ultimo tentativo e si gode il successo. È un’altra medaglia d’oro in una rassegna internazionale giovanile, per il secondo anno consecutivo, in attesa di gareggiare tra pochi giorni ai Mondiali di Budapest. Il bronzo va all’ucraino Nikita Masliuk con 7,97 (+2.3), dodicesimo Francesco Inzoli a 7,37 (+1.5).
Articolo e FOTO (Grana/FIDAL) tratti dal sito www.fidal.it