“3° Trofeo Corri Augusta”, il diario della corsa di Remigio Di Benedetto
“Dopo avere appreso che ce la dovremo vedere con Daniele Meucci, Sofia Yaremchuk e un nutrito gruppo di eccellenti atleti africani, finalmente partiamo. Non corro una “10km” da 8 mesi”, racconta il nostro inviato speciale
Sono da poco passate le 8 e dopo avere osservato in lontananza il panorama del complesso petrolchimico che si affaccia sullo Jonio, faccio il mio ingresso nella città di Augusta insieme a centinaia di podisti. Alle 10 partirà dalla grande piazza dell’Unità d’Italia il terzo trofeo Corri Augusta, manifestazione podistica nazionale. C’è uno splendido sole e un bel venticello che renderà la vita difficile a noi podisti, ma che non trasporta nessun “profumo” proveniente dalla vicina raffineria. Sarà forse vero come dicono gli augustani che la città è protetta dall’inquinamento industriale dalla brezza del mare.. Una volta tanto lo spazio non manca e non c’è difficoltà per parcheggiare, il tracciato della gara appare con ampie corsie ben delimitate da transenne e la distribuzione pettorali avviene nel grande piazzale senza particolare ressa, tutto ok.
Alle 9 e 45 il “grillo parlante” del podismo siciliano, Giuseppe Marcellino, chiama alla partenza i podisti precisando che la presentazione non sarà per tutti i 500 iscritti, altrimenti.. Per quanto limitata sia la presentazione dei migliori atleti, passano alcuni minuti; siamo sotto il sole, la temperatura sale e l’ombra del gonfiabile è per pochi.. Dopo avere appreso che ce la dovremo vedere con Daniele Meucci, Sofia Yaremchuk e un nutrito gruppo di eccellenti atleti africani, finalmente partiamo. Non corro una “10km” da 8 mesi. Il mio “Garmin” è ottimista, mi dice sempre che sono in “gran forma”, come lo si può essere a 70 anni naturalmente, ma io parto con estrema prudenza. Dopo una prima svolta a sinistra e una destra c’è già il rifornimento, è caldo ma ancora siamo “freschi” e tiro avanti. Dopo poco Garmin mi avverte che il primo chilometro l’ho “digerito” in 5 e 15, forse per me troppo veloce, ma alla partenza si sa che si viene trascinati dal gruppo. Non ho punti di riferimento, non vedo Chiara Barbagallo, Maurizio Scalzo della mia società e i miei avversari delle gare provinciali si perdono tra la folla di podisti. Il tempo al km è la mia unica guida.
Arriva il giro di boa; fortunatamente è l’unico del percorso, siamo in tanti e l’inversione a “U” è spesso difficoltosa nella folla di podisti. Dopo un paio di svolte inizia il lungo rettilineo della via di Vittorio in fondo al quale percorrendo un anello risaliamo verso il tratto finale del circuito. A metà del rettilineo la mia fotografa personale mi immortala con uno scatto perfetto. Sono ancora “fresco” e abbozzo un sorriso. Ancora due svolte e termina il primo giro. Passo sotto il gonfiabile e ricevo il gentile saluto dello speaker Marcellino. Dopo qualche istante lo sento annunciare il passaggio del primo atleta, è il burundiano Louis Intunzinzi. Dopo qualche istante Louis mi doppia sorpassandomi di netto: avverto un lieve spostamento d’aria, beato lui. Stessa cosa quando mi superano appaiati Meucci e Njuri. La mia corsa prosegue e la velocità si assesta intorno a 5 e 20 o poco più al km. Il caldo si fa sentire e quando per la seconda volta passo dal punto di rifornimento, rallento e faccio self service. E’ un “bar” che non serve caffè né cappuccini, solo bicchieri d’acqua, l’unica cosa desiderata dai podisti, indispensabile per combattere il caldo e l’arsura. Un goccio la bevo l’altra è per la “doccia”, la maglietta si appesantisce ma non fa nulla. Il secondo giro è più lento ma al terzo recupero qualcosa come tempo e posizioni. Arriva il doppiaggio da parte di Sofia Yaremchuk che mi supera con un elegante stile di corsa. Inizio il quarto e ultimo giro, sento che ho ancora una buona riserva di energia..
Sono quasi le 11, la temperatura è salita, sento molto caldo. Al passaggio dal “bar” vedo con piacere che hanno finito i bicchieri e danno una intera bottiglia. Faccio la doccia come a casa, manca solo lo shampoo, questa volta si appesantisce pure il pantaloncino. Garmin al 9° chilometro mi dice 5 e 28, mi sembra troppo, cerco di reagire. Al passaggio saluto la mia dolce metà che mi immortala per la quarta volta, ma il sorriso stavolta mi riesce difficile. Sono all’ultimo chilometro, guadagno qualche posizione, a 500 metri dall’arrivo allungo il passo, sono sotto i 5’ al km. Compio questo sforzo finale senza particolare difficoltà.. Arriva l’agognato passaggio sotto il gonfiabile con l’ennesimo gentile saluto di Giuseppe Marcellino, è finita. Forse con qualche punto di riferimento avrei potuto fare un tempo migliore del 53”46 che mi dice l’amico Garmin, ma non importa, è andata benissimo così.
Il post gara mostra ancora l’immagine di una ottima organizzazione. Ristoro con pasta, riso, banane, dolci e acqua a volontà. Io tracanno acqua, qualche dolcetto che è ottimo e nulla più. Poi si assegnano i premi per tutti i più bravi, assoluti e di categoria. Più bravi di tutti i vincitori Sofia Yaremchuk e Louis Intunzinzi. Un sentito ringraziamento va all’A.S.D. Megara Running del presidente Carmelo Casalaina e a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione offrendoci una bellissima giornata di sport.
Articolo di Remigio Di Benedetto (r.dibenedetto@aliceposta.it)